Dell’Utri commenta la sua condanna: “Mangano è il mio eroe”

Marcello Dell’Utri commenta la sentenza che lo ha visto condannato a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. ”Vittorio Mangano è stato il mio eroe” ha detto il senatore del Pdl.

Spiegandolo ai giornalisti che lo hanno incontrato per un commento sulla sentenza della Corte d’Appello Dell’Utri ha citato anche i fratelli Karamazov, quando Andrej viene presentato come un furfante ma eroe. ”Era una persona in carcere, ammalata – ha detto – invitata più volte a parlare di Berlusconi e di me e si è sempre rifiutato di farlo. Se si fosse inventato qualsiasi cosa gli avrebbero creduto. Ma ha preferito stare in carcere, morire, che accusare ingiustamente. E’ stato il mio eroe. Io non so se avrei resistito a quello a cui ha resistito lui”.

Una ”sentenza pilatesca”: così la definisce Dell’Utri. ”Hanno dato un contentino alla procura palermitana e una grossa soddisfazione all’imputato, perchè hanno escluso tutto ciò che riguarda le ipotesi dal 1992 in poi”.

”Cercherò il procuratore Gatto e gli farò le condoglianze”: così, scherzando, ha detto il senatore Marcello Dell’Utri. Il procuratore ha infatti escluso perchè il fatto non sussiste l’ipotesi di un suo coinvolgimento nelle vicende che riguardano le stragi dei primi anni Novanta. Su quel periodo, però, secondo Dell’Utri ”è giusto indagare ma lo si faccia nella giusta direzione, non attaccando cose a persone che non c’entrano niente di niente”.

”Vittorio Mangano rimane comunque un mafioso, un uomo condannato per mafia” è la risposta dei giovani siciliani del Pdl aggiungendo che il loro eroe è “Paolo Borsellino e in questo vogliamo marcare una differenza”. Così ai microfoni di CNRmedia Mauro La Mantia, presidente dei giovani del Pdl Sicilia. ”Noi vorremmo sentire da Marcello Dell’Utri che il suo eroe è Paolo Borsellino – aggiunge – Se vuole dimostrare la sua innocenza, e avere per questo un altro grado di giudizio, deve richiamarsi a questi valori, non a Mangano o altre persone del genere”.

Sia il procuratore generale Antonino Gatto sia i difensori di Marcello Dell’Utri, subito dopo la lettura della sentenza hanno parlato della possibilità che la condanna a sette anni di reclusione per concorso in associazione mafiosa possa cadere in prescrizione. I giudici della seconda sezione della Corte d’appello di Palermo hanno infatti condannato il senatore del Pdl limitatamente alle contestazioni precedenti al 1992.

I calcoli relativi alla prescrizione sono estremamente complessi e vanno rapportati ai singoli episodi. La Corte avrebbe potuto applicarla d’ufficio, cosa che però non è avvenuta. I legali di Dell’Utri hanno già annunciato che prima di valutare i termini di un’eventuale prescrizione faranno ricorso in Cassazione, mentre il Pg Antonino Gatto ha detto che per il momento non ci vuol pensare, ammettendo implicitamente che il rischio prescrizione esiste.

“Non possiamo essere contenti di fronte a una condanna di sette anni, certo altri possono essere soddisfatti perchè è caduta tutta la parte ‘politica’ del processo. Questo ovviamente avrà refluenze su altri processi, quelli per le stragi di mafia e sulla presunta trattativa tra pezzi dello Stato e Cosa nostra”. Lo ha detto l’avvocato Giuseppe Di Peri, uno dei legali del senatore Marcello Dell’Utri.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie