“Magistrati montati, Anm mostro”. Brunetta ora ce l’ha con i giudici

BAST250909POL_0058I magistrati? «Servitori dello Stato che si sono montati un po’ la testa». L’Associazione Nazionale Magistrati? «Un mostro». Renato Brunetta sposta l’obiettivo dei suoi attacchi: non più solo “fannulloni” e “golpisti” di sinistra, ora sotto accusa ci sono i giudici.

Nel mondo della giustizia, spiega il ministro della Funzione Pubblica «il mostro è nell’Associazione nazionale magistrati e nel fatto che le sue correnti si riproducono nel Csm: bisogna tagliare questa cinghia di trasmissione», perché, spiega l’esponente del governo, questa presenza produce «effetti sulle questioni economiche, disciplinari e di carriera della categoria, che sono determinate per via sindacale».

Il ministro ha dato vita ad un accesso parapiglia verbale con Gioacchino Natoli, vicepresidente dell’Anm: i due si trovavano alla presentazione del libro “Magistrati, l’ultra casta”, scritto da Stefano Liviadotti.

Ecco come Brunetta ha motivato le proprie affermazioni: «alle 14 al Tribunale di Roma mi hanno detto che non c’è nessuno». La replica di Natoli non è fatta certo attendere e ha tirato in ballo l’esecutivo: «questo succede perché un suo collega di governo ha tagliato gli stanziamenti per gli straordinari».

Il ministro ha poi puntato l’indice contro l’organizzazione del lavoro all’interno della magistratura, che ha definito «pre-industriale». «Nessuno si è mai premurato di stabilire tempi, metodi, sistemi di controllo – ha concluso Brunetta – Quella dei tornelli era una metafora non tanto lontana dalla realtà: significava la necessità di un’organizzazione scientifica del lavoro che ora in magistratura non c’è».

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