Malta diffonde la foto del gommone: “Gli eritrei erano cinque e stavano bene”. Italiani, libici, maltesi, clandestini: chi mente?

Pubblicato il 26 Agosto 2009 - 19:13 OLTRE 6 MESI FA

malta_gommone_clandestiniA distanza di quasi una settimana le autorità di Malta hanno diffuso una foto aerea del gommone con cinque eritrei a bordo, soccorso giovedì scorso dalla Guardia di finanza al largo di Lampedusa.

Lo scatto, di un aereo della missione Frontex, risale al 19 agosto, sono le 10.34 ora locale, i militari maltesi agganciano l’imbarcazione con un altro gommone.

Nel fax inviato alla Guardia di finanza, quasi 24 ore dopo, l’orario riportato non coincide: secondo il comunicato l’avvistamento è delle 10.48.

Ci sono quattordici minuti di blackout. Il gommone dei clandestini è di colore bianco, mentre quello della Marina di La Valletta è nero.

L’immagine mostra gli eritrei sdraiati in punti diversi dell’imbarcazione, l’unica donna a bordo è seduta a poppa, con le gambe rannicchiate. Malta ha reso pubblica la foto per dimostrare che le persone a bordo del gommone fossero tutte in buona salute, motivo che ha spinto i militari a consegnare carburante e giubbotti di salvataggio per fare proseguire loro la traversata verso l’Italia. I cinque eritrei sono stati intercettati a 38 miglia dall’isola-Stato, il soccorso in quelle acque spetta a Malta.

Il gommone trasformato in tomba per almeno altri 75 connazionali, secondo la versione dei superstiti, è partito dalla Libia tra il 28 e il 29 luglio. La Procura di Agrigento sta indagando per verificare l’attendibilità di questa versione dei fatti. Ma dopo la diffusione di questa foto e il calvario di centinaia di immigrati in viaggio alla ricerca dell’Eldorado, nel Mediterraneo c’è un buco nero.

Malta continua a sostenere la stessa tesi: «Erano in buone condizioni di spirito e di salute, il gommone era in buone condizioni con il motore in funzione. Hanno voluto proseguire il viaggio, rifiutando di essere portati a terra». Quelle acque, però, erano di competenza de La Valletta: la Marina maltese li ha lasciati andare, ma non ci sono notizie di resistenza da parte degli eritrei, solo l’espressione di una volontà.

Il vice premier e ministro degli Esteri maltese, Tonio Borg, ha replicato suo corrispettivo italiano Franco Frattini, sottolineando come sia sbagliato sostenere che sia troppo vasta per le capacità e le dimensioni stesse di Malta la ‘Sar’, l’Area marina di Ricerca e Soccorso di sua competenza. Borg ribadisce che le dimensioni della Sar di propria competenza nel caso specifico sono irrilevanti, poiché «in base alle affermazioni non confermate dei migranti, l’incidente si è verificato al di fuori della Sar di Malta», cioè in quella libica, e «le autorità maltesi ne erano completamente all’oscuro».

Chi mente in questa vicenda? Chi avrebbe dovuto salvare gli eritrei? Quanti sarebbero ancora vivi se intercettati in tempo? La foto non smentisce il racconto dei naufraghi, carica solo l’entità di un dramma chiamato immigrazione che per ora non mette d’accordo i governi, e soprattutto l’Unione europea.