Mangano chi? Due omicidi, un ergastolo

Vittorio Mangano

Piccola informazione a vantaggio dei più giovani che possono aver dimenticato. O dei più cui comprensibilmente è sfuggito. O degli stranieri che dovessero incuriosirsi delle cose italiane. O del pubblico anziano dei Tg Rai che ha altro da tenere a mente. O di quello più di mezza età dei tg Mediaset che non ha tempo per “approfondire”. O di quella che una volta si chiamava la “Massaia di Voghera”, cioè l’ideal tipo della donna di casa che non si occupa di politica. O del ruspante cronista a caccia di contrapposte dichiarazioni di politici. O degli storici del futuro che dovessero usare come documentazione solo i libri di Bruno Vespa. O degli utenti del web, caso mai non ci fosse il “link”. O perfino a vantaggio di chi allegramente se ne frega. A vantaggio insomma di un paese che regolarmente sente discutere se sia o meno “un eroe”. Vittorio Mangano, quello che per qualcuno è “un eroe” e per altri non lo è, di sicuro è, anzi era, un cittadino italiano morto nel 2000. Poco tempo dopo essere stato condannato all’argastolo. Ergastolo per duplice omicidio, quello di Giuseppe Pecoraro e Giovambattista Romano.

Altra informazione, quella relativa alla natura di un paese in cui autorità, organi di informazione, parlamentari, giudici e gente comune possano partecipare al dibattito sull’eroismo o meno di un pluriomicida mafioso, non siamo in grado di dare.

Gestione cookie