Manovra, le critiche degli enti territoriali: “Verranno colpiti i servizi”

La manovra economica licenziata dal governo chiede più di un sacrifico alle regioni e agli enti locali e non si fanno attendere le reazioni dei  governatori regionali. Il provvedimento, infatti, chiede alle regioni di far fronte a tagli per oltre 10 miliardi in due anni (2011 e 2012), mentre ai Comuni e Province vengono chiesti risparmi di 1 miliardo e 100 nel 2011 e 2 miliardi e 100 nel 2012, con conseguenti tagli ai servizi forniti da ognuno di questi enti.

La Lombardia di Formigoni. Vengono colpiti i servizi sociali e sarà a rischio anche il federalismo fiscale” è il commento di Romano Colozzi, assessore alle risorse e finanze della Lombardia guidata dal governatore Roberto Formigoni, secondo il quale la Regione Lombardia, che ha un bilancio di circa 5 miliardi di euro esclusa la sanità sarebbe chiamata a contribuire al risanamento della finanza pubblica, nel biennio, per circa 1,8 miliardi con effetti “dirompenti a livello dei servizi”.

Nichi Vendola (Governatore Puglia). Sulla stessa linea il governatore della Puglia, Nichi Vendola, che ha parlato della manovra come “la più grande opera di macelleria sociale nella storia italiana”. “Siamo a livello di dramma sociale che viene occultato e nascosto dalla propaganda – ha detto – con il taglio di una quantità impressionante di risorse, con le regioni che vengono dissanguate”.

Vasco Errani (Presidente Emilia Romagna). “I tagli sono inaccettabili”, incalza poi il governatore dell’Emila Romagan. Vasco Errani, che sottolinea come sui 10 miliardi di euro sacrificati, il 7,8 % riguarderà la sua regione.

Per Errani, dunque, i primi servizi a saltare saranno tutte le attività che che le regioni svolgono al netto della sanità, come la manutenzione stradale o l’assistenza ai non autosufficienti, ma anche la protezione civile regionale.

Giuseppe Scopelliti (Regione Calabria). Critiche anche dal presidente della Calabria, Giuseppe Scopelliti, che dice: “Così non va, ci coordineremo su una controproposta” spiegando che “la manovra così com’è consiste prevalentemente in tagli  e anche quelli che riguardano i ministeri avranno probabilmente ricadute indirette sulle Regioni”.

Roberto Cota (Piemonte). Diversa la posizione del presidente leghista della Regione Piemonte. Roberto Cota cerca di guardare “con spirito costruttivo” a queste scadenze, sicuro che il “federalismo fiscale non viene messo in discussione dalla manovra del governo” e proprio il federalismo “permetterà di trovare le risorse necessarie”.

Critiche dai sindaci dell’Anci. Dal canto loro, i sindaci attraverso il presidente dell’Anci e sindaco di Torino Sergio Chiamparino fanno sapere di “aver già dato” e sottolineando che ora occorre “cambiare il patto di stabilità”. L’Anci rivendica che i comuni dal 2004 al 2009 hanno già dato 4 miliardi ai saldi di finanza pubblica. “Abbiamo chiesto al governo una rimodulazione del patto di stabilità interno per il 2011 e il 2012”. Una revisione del patto di stabilità chiesta anche dalle province.

Le autonomie locali. Critiche infine dalle autonomie locali. Per il presidente di Legautonomie, Marco Filippeschi “questa manovra, parziale e miope provoca un impoverimento della qualità della vita senza risolvere i problemi strutturali”.

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