Manovra: oggi fiducia in Senato, dal 2015 in pensione più tardi

Giulio Tremonti

Tutto pronto in Senato per la fiducia sulla manovra finanziaria voluta dal ministro per l’Economia Giulio Tremonti. L’ultimo colpo messo a segno da “mister austerity” è una robusta riforma delle pensioni inserita nel maxi emendamento che verrà votato oggi, 15 luglio, a Palazzo Madama.

Dal 2015, infatti, inizieranno una serie di piccoli e progressivi innalzamenti dell’età pensionabile. Step by step si arriverà, nel 2050, ad andare in pensione a 70 anni. Si comincerà, come detto, nel 2015, con un innalzamento dell’età per le pensioni di vecchiaia a 66 anni e tre mesi. Nel 2025 nuovo scalino e “vecchiaia” a 67 anni.

Tremonti, che il 14 luglio ha parlato all’assemblea di Confcooperative,  si dice soddisfatto e finge di non sentire le proteste che arrivano da più parti del Paese, Regioni in testa. “L’austerità è necessaria” ha ribadito il ministro  che ha trovato nel presidente della Repubblica un’insperata sponda: “Ridurre il debito è un impegno di tutti” ha precisato Napolitano.

Ma è proprio su quel “tutti” rimane alto il livello di scontro. Le Regioni insistono nel dire che pagano troppo e pagano solo loro. Il fatto che possano decidere dove tagliare non sposta la sostanza delle cose, ovvero gli 8.5 miliardi di euro in meno con cui dovranno fare i conti. Guglielmo Epifani e Anna Finocchiaro ci mettono il carico e parlano di “manovra iniqua” e anche dalla maggioranza non manca qualche voce perplessa. Secondo il finiano Mario Baldassarri con questa manovra si rischia di perdere 10.000 posti di lavoro.

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