Manovra, il giorno più lungo di Tremonti

ROMA, 28 GIU – La giornata piu' lunga, passata nella trincea a difendere dagli attacchi dei colleghi ministri e i parlamentari della maggioranza quella manovra che dovra' salvare l'Italia dal rischio Grecia, si conclude emblematicamente nella stretta di mano con l'ex responsabile economico del Pdl, Guido Crosetto. Non solo: La 'pax' ritrovata con l'attuale sottosegretario alla Difesa sarebbe addirittura stata suggellata, complice il collega Ingazio La Russa, da un affettuso 'buffetto' sulla guancia da parte del ministro dell'Economia. ''Forse ho un po' esagerato'', si scusa dopo la due giorni di attacchi al vetriolo Crosetto che tuttavia ci tiene a precisare: ''Giulio, i toni erano forse sbagliati ma i concetti no''.

Ma la tregua ormai e' stata firmata: ''Adesso ci fermiamo?'' e' la domanda del responsabile del Tesoro. Per la quale, a fine giornata, la risposta e' stata gia' scritta. Nessun incidente, nessuna tensione vera e propria, nessuna barricata, tutto rientrato: la manovra sara' con molta probabilta' anche piu' dura nella portata di quanto era stato preventivato, ma si dialoga. I colleghi di governo stringono i denti, si prendono 48 ore di tempo per vagliare nel dettaglio i contenuti del provvedimento. E lui, il super-ministro, ostenta per tutto il giorno sicurezza: non perde le staffe neppure per un minuto, e' calmo, freddo, determinato.

Gia' all'arrivo a palazzo Grazioli dove dovra' incontrare, all'ora di pranzo, presidente del Consiglio e il leader della Lega con i capigruppo e coordinatori della maggioranza, il titolare dell'Economia entra con passo sicuro. I giornali della mattina titolano sulle sue possibili dimissioni. Lui, ostentando tranquillita', chiama le agenzie di stampa e detta la sua linea. Niente dimissioni: ''in tasca – assicura – ho solo una manovra molto seria e responsabile che sara' oggetto di un dibattito molto serio e responsabile. E sara' una manovra nell'interesse dell'Italia e degli italiani''.

Poche parole che la dicono lunga sui margini di discussione e di dibattito che e' disposto a tollerare. E nella riunione il copione vede il premier determinato a mediare, e la Lega che fa di tutto per evitare lo scontro diretto. L'unico che affronta di petto il Professore e' Giancarlo Galan: chiede chiarezza sui numeri e misure. Anche gli altri ministri intervengono, ma i toni sono assai pacati. Berlusconi chiede compattezza e asseconda Tremonti quando spiega che alternative non ce ne sono: i mercati sono con gli occhi puntati sull'Italia, il governo non puo' permettersi passi falsi. Il ministro degli Esteri, al termine della riunione, sostiene che per il fisco non ci saranno riduzioni delle tasse ma una rimodulazione, e Bossi annuncia di aver portato a casa una modifica del patto di stabilita' per i comuni piu' virtuosi. Poi pero' lancia il suo siluro: ''il governo rischia fin quando non e' passata la manovra'' e sulla manovra ''c'e' ancora molto da lavorare''. Poi il confronto si sposta a palazzo Chigi. Anche li' i toni sono sorprendentemente pacati: il ministro del Tesoro si dichiara disposto ad ascoltare le richieste e le esigenze di tutti i suoi colleghi. L'obiettivo e' arrivare ad una decisione il piu' collegiale possibile. Per farlo ci sono, appunto, ancora 48 ore.

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