Il “colpaccio” di Berlusconi: nella manovra c’è anche il processo breve

Silvio Berlusconi

ROMA – Eccola finalmente scoperta la carta che d’improvviso ha reso mansueta la Lega, collaborativo il ministro Tremonti, persino garrulo il premier Berlusconi. Nascosto a dovere nelle anticipazioni della bozza della manovra c’è un capitoletto degno di nota: tra numeri, pensioni, fisco, ticket il ministro dell’Economia ha trovato una spazietto anche al contestatissimo processo breve.

Sì, proprio la norma che come una tagliola sega i processi che durano complessivamente più di sei anni. Fino a ieri, martedì, la cosa doveva riguardare solo i processi civili “per risparmiare risorse”, secondo le intenzioni del governo. Così era filtrato dalla riunione a palazzo Grazioli e così titolano tutti i quotidiani di oggi in edicola. Ma l’Ansa mercoledì mattina manda in rete un’agenzia che specifica che il processo breve riguarderà anche le cause penali: alleluja per Berlusconi che nella manovra che dovrà essere approvata in tempi rapidissimi infila finalmente la legge che lo salva dai processi in corso (Mediaset, Mediatrade e Mills salterebbero tutti. Manca solo il processo Ruby, ma per quello c’è tempo di ideare una soluzione alternativa).

Ecco cosa scrive l’Ansa: Nella bozza della manovra finanziaria sono diverse le misure che riguardano la giustizia. Riproposte alcune norme del cosiddetto ‘processo breve’ per il risarcimento da irragionevole durata dei procedimenti, sia penali che civili (due anni in primo grado, due anni in appello e due anni in Cassazione, ”nonché un altro anno per ogni successivo grado di giudizio nel caso di giudizio di rinvio”). Il processo penale si considera iniziato dalla data di assunzione della qualità di imputato, cioè dalla richiesta di rinvio a giudizio. Definite anche le procedure per l’istanza di equo indennizzo pagato dallo Stato: ”per ciascun euro di ritardo è liquidato un indennizzo di euro 2,50” che può essere ridotto fino a due euro o elevato fino a tre. Non solo: nella bozza si interviene su due articoli del codice di procedura penale (160 e 349) relativi all’efficacia del decreto di irreperibilità e dell’identificazione della persona nei cui confronti vengono svolte le indagini. In particolare, con una modifica all’art.420 bis del cpp si prevede che il giudice disponga, anche di ufficio, che ”sia rinnovato l’avviso dell’udienza preliminare quando è provato o appaia probabile che l’imputato non presente all’udienza non ne abbia avuto effettiva conoscenza, sempre che il fatto non sia dovuto a sua colpa e fuori dei casi di notificazione mediante consegna al difensore”, in base agli articoli specifici del codice di procedura penale.

Il colpo potrebbe riuscire alla perfezione: la manovra è infatti un decreto legge, ossia un testo che viene ideato e approvato dal governo, senza bisogno di iter parlamentare e che in pochi giorni arriva dritto dritto sulla scrivania del presidente Napolitano. Che, di fronte a un testo urgente sui conti pubblici per giunta molto atteso dall’Europa e dai mercati internazionali, non ha molto spazio di manovra per un’eventuale revisione del testo. Trovata la quadra quindi: ecco perchè ieri a palazzo Grazioli erano tutti rilassati. Dai resoconti pubblicati sui quotidiani pare che Giulio Tremonti sia entrato sorridente e salutando personalmente ogni altro invitato, scambiando risate e battute con Berlusconi. La Lega ha dato l’ok senza troppe storie. Con una manovra che avrà effetti pesanti solo sulla prossima legislatura e col proceso breve incassato, ecco la ragione di tanta allegria.

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