Manovra: tagli su scuole piccole, presidi e insegnanti di sostegno. A rischio 100mila precari

Maristella Gelmini (Foto Lapresse)

ROMA – La manovra del ministro Giulio Tremonti va a toccare anche il settore Scuola, almeno a giudicare dalla bozza che il titolare dell’Economia ha presentato due giorni fa. Per avere notizie definitive bisognerà aspettare il testo che uscirà dal Consiglio dei ministri di giovedì pomeriggio.

Come prima novità il governo intende dare vita a istituti comprensivi dove trovare la materna, le elementari e le medie, cosa che sfoltirebbe tutti quegli istituti più piccoli con le sole materne ed elementari. In totale sarebbero interessati 3.422 istituti su 10.452. Questa novità porterebbe lo Stato a risparmiare le spese per dirigente scolastico, segretario e personale amministrativo.

In tema di risparmi gli istituti con meno di 500 alunni non avranno un dirigente scolastico a tempo indeterminato (escluse le scuole dei comuni montani e delle isole), ma un reggente: ossia un capo d’istituto che guida due scuole, e quelle piccole sono 2600.

A questo punto potrebbe quindi saltare il concorso da dirigente scolastico da 2386 posti annunciato dal ministro Gelmini ma ancora non bandito.

La bozza del decreto legge parla anche di una “limitazione delle facoltà assunzionali per le amministrazioni dello Stato”, frase che mette in serio rischio il piano di assunzione dei 65mila precari previsto nel decreto sviluppo. La manovra parla infatti di un blocco del turn over (ossia di nuove assunzioni) e di stipendi fino al 2014, prolungando quindi il blocco già deciso lo scorso anno e che doveva terminare nel 2013.

Novità anche sul fronte degli insegnanti di sostegno. Si ribadisce che è permesso avere un insegnante di sostegno ogni due alunni, ma si inserisce una novità, ossia che il dirigente scolastico ha la facoltà di assegnare ai portatori di handicap anche insegnanti non specializzati. Cosa che consentirebbe allo Stato di risparmiare su ben 31mila precari di sostegno in servizio quest’anno.

Il ministro Gelmini ha comunque ribadito che non ci saranno tagli agli insegnanti di sostegno e, più in generale, “nessun taglio agli organici della scuola, ai fondi per l’Università e sui finanziamenti alla ricerca”.

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