ROMA – E’ il giorno della Legge di Bilancio: il testo del maxiemendamento redatto dal governo è arrivato al Senato oggi alle 14, trovando ad attenderlo opposizioni sul piede di guerra dopo l’annuncio del voto di fiducia da parte dell’esecutivo che, salvo sorprese, dovrebbe tenersi questa sera dalle 20. “Siamo in zona Cesarini”, ha ammesso ieri il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, aggiungendo che “ci rendiamo conto che abbiamo creato nostro malgrado un rallentamento dei lavori parlamentari. Confidiamo che nella giornata di domani (oggi, ndr) la manovra al Senato possa essere approvata”.
Nel frattempo però – stando a quanto rivela l’Ansa – dalla Ragioneria sarebbero arrivati alcuni rilievi di criticità di copertura delle norme contenute nella bozza dell’emendamento circolato ieri. Per questo la mattinata di oggi è stata dedicata a limature e correzioni, prima della ufficializzazione del testo definitivo da sottoporre al voto dell’Aula. In questo quadro sembra disinnescato il rincaro dell’Iva, ma all’interno della compagine di governo si registrerebbero ancora malumori sulle norme che riguardano appalti, grandi opere e la vicenda Taxi- Ncc. Frizioni si sono registrate ieri anche sulla sanatoria fiscale introdotta con un emendamento della Lega, il cosiddetto “saldo e stralcio”, che figurava nella bozza circolata ieri del “maxi”.
I ritardi e gli slittamenti della manovra, ma soprattutto il fatto che dovrà essere votata sostanzialmente a scatola chiusa, hanno scatenato le ire delle opposizioni, a partire dal PD. Il capogruppo al Senato Andrea Marcucci ieri ha tuonato: “Non abbiamo ancora il testo che cambierà completamente la manovra. Il Parlamento non ha avuto modo di vederla la manovra. Siamo contro la Costituzione”. Per la presidente dei senatori forzisti Annamaria Bernini “siamo alla Caporetto politica del governo che fa una cosa sconcia contro il popolo italiano. Prendere in giro il Parlamento per venti giorni è uno sfregio ai loro elettori”.
Nel frattempo l’ennesimo rinvio votato dal Senato ha costretto anche il presidente della Camera, Roberto Fico, a rimodulare il calendario di Montecitorio. Il testo approvato da Palazzo Madama arriverà in commissione Bilancio alla Camera il 27 dicembre e l”esame dell’aula è previsto per il 28 e 29 dicembre. Con uno slittamento di 24 ore rispetto al progetto iniziale.