Manovra, Tremonti tregua con Berlusconi. Lega divisa

ROMA, 28 GIU – Silvio Berlusconi soddisfatto, Giulio Tremonti pure, persino i ministri del Pdl sembrano contenti. Tanto da far parlare, nella maggioranza, di 'tregua' tra il cavaliere ed il responsabile dell'Economia dopo le frizioni dei giorni scorsi su manovra e fisco. Soddisfatti anche i Responsabili. Umberto Bossi canta vittoria. Verrebbe da dire: tanto rumore per nulla.

Perche' dopo le dimissioni paventate del responsabile del Tesoro; dopo le parole pesantissime di Guido Crosetto contro il ministro dell'Economia; dopo i timori di un imminente 'licenziamento' del Professore, alla fine non e' accaduto nulla di tutto questo. Anzi, il doppio vertice, di maggioranza e ministeriale, sulla manovra ha registrato un clima di assoluta cordialita'. Da un lato un Giulio Tremonti che, dopo aver smentito qualsiasi ipotesi di dimissioni, si e' presentato in versione dialogante, aperto ad ascoltare consigli e suggerimenti da parte di tutti i colleghi di governo; dall'altro i ministri che, forse soddisfatti dal cambio di atteggiamento, muovono solo qualche obiezione, accogliendo la manovra da 40 miliardi e passa messa a punto da via XX settembre quasi senza battere ciglio.

Berlusconi puo' ben dirsi ''soddisfatto'' e sbandierare la ritrovata ''unita''' nel governo. Ma soprattutto puo' rivendicare due traguardi non scontati alla vigilia: primo, aver costretto Tremonti a quella collegialita' chiesta da molti nell'Esecutivo; secondo, aver ottenuto una manovra 'light' per il 2011-2012 (rispettivamente 1,8miliardi e 5,5), mentre il grosso sara' 'scaricato' sul biennio 2013-2014 e cioe' sulle spalle del prossimo esecutivo. Sull'impianto della manovra, pero' – pur permanendo dubbi sulla reale entita' complessiva (a Grazioli e' emersa una cifra di 47 miliardi, mentre a Chigi ai ministri risultava si soli 41,3), e' stato Tremonti a spuntarla. Cosi' come sulla riduzione della pressione fiscale: ''Non un abbassamento delle tasse, ma piuttosto una rimodulazione'', ha precisato Franco Frattini. Ma il clima di sospetti che, nonostante tutto, ancora aleggiava durante il vertice di maggioranza di palazzo Grazioli e' improvvisamente venuto meno durante la riunione dei ministri: tutti soddisfatti, alla fine, dalle aperture di Tremonti.

Solo La Russa e Paolo Romani hanno sollevato obiezioni, il primo sulle missioni all'estero il secondo sull'Ice, ma senza mai avventurarsi nello scontro. Il solo fatto che il ministro dell'Economia abbia concesso 48 ore di tempo per suggerire miglioramenti o correzioni, deve aver spazzato via le ultime obiezioni. Tanto che ministri come Galan e la Gelmini, solitamente poco teneri con lui, forse perche' graziati dai tagli, hanno espresso la propria soddisfazione. Del resto, spiega un ministro, da parte di Tremonti c'e' stato un ''cambiamento nell'atteggiamento incredibile''.

Paradossalmente, proprio gli ex migliori alleati del Professore sono rimasti in silenzio. Solo Umberto Bossi, nonostante gli avvertimenti (''finche' non e' passata la manovra il governo e' a rischio''), ha parlato, ma unicamente per cantare vittoria, rivendicando il successo sull'allentamento del patto di stabilita' per i comuni virtuosi. Ma nel Carroccio, come ormai spesso avviene nelle ultime settimane, non tutti la pensano come il Senatur. In molti infatti, Roberto Maroni per primo, sono rimasti in silenzio. Segno che attendono di vedere i fatti. Anche perche' la richiesta di Pontida era precisa: ridurre le tasse. E pare chiaro ormai che al di la' di una rimodulazione non si andra'. Ma a parte i 'maroniani' la soddisfazione sembra contagiare l'intera maggioranza. Forse persino troppo. Basti pensare che in questo clima, anche Crosetto e Tremonti riescono a stringersi la mano e a superare, almeno per ora, le incomprensioni. Tanto che qualcuno inizia a sospettare qualcosa. ''E' stato tutto troppo calmo, non vorrei che dietro si celasse qualcosa…'', azzarda un ministro di peso. Lo stesso che non manca di notare come fra Tremonti e Maroni, da qualche tempo, vi siano di nuovo interessi convergenti.

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