Bye Bye Mara Carfagna? Da quello che dice al Mattino la diretta interessata sembra proprio di sì: ”Non farò mancare la fiducia a Berlusconi, ma il 15 dicembre rassegnerò le mie dimissioni dal partito. Lascerò anche lo scranno di parlamentare, perche’ a differenza di altri sono disinteressata e non voglio dare adito a strumentalizzazioni. Mi dimetterò ovviamente anche da ministro visto che il mio contributo pare sia ininfluente”.
Lei che ha dato l’ultimo scossone al governo di Silvio Berlusconi non torna indietro, continua a minacciare dimissioni dal Pdl, dal ministero e dal Parlamento. Ora la ministra delle Pari opportunità, arrivata dopo una parabola ascendente dal mondo tv, volta le spalle a un altro pezzo di passato.
Da venerdì pomeriggio dà tutta la colpa al termovalorizzatore di Salerno la cui costruzione non voleva venisse gestita dalla provincia di Salerno. Gli altri ‘litiganti’, tra cui Alessandra Mussolini, assicurano invece che la storia risalga a molto tempo prima.
”E’ da tre anni – interviene Mario Pepe – e cioè da ”quando ero coordinatore di Fi a Salerno che io e lei non ci rivolgiamo la parola”. Fatto sta che il ministro per le Pari Opportunita’ Mara Carfagna fa sapere oggi di essere pronta a lasciare governo e partito a causa di insanabili contrasti con i vertici campani del Pdl. Assicurando di essere ”molto amareggiata”, ma ”con la coscienza a posto”.
Appena arriva la notizia delle possibili dimissioni provoca, nel giro di pochi minuti, le reazioni della maggioranza:chi difende il suo operato nell’esecutivo, come i colleghi Stefania Prestigiacomo, Maria Stella Gelmini e Franco Frattini, e chi, come Denis Verdini, Guido Crosetto e Fabrizio Cicchitto invita a non far esplodere polemiche personali in questo momento di crisi.
In realtà un certo malessere tra gli esponenti campani del Pdl era già visibile nei giorni scorsi. All’inizio della settimana, il presidente della provincia di Salerno e presidente della commissione Difesa della Camera Edmondo Cirielli scrive una lettera ai deputati del suo partito per dimostrare, anche attraverso ritagli di giornali, come la Carfagna ”insieme ad Italo Bocchino”, ora capogruppo di Fli, gli stessero facendo guerra sul territorio per una serie di ragioni tra cui la scelta del candidato di centrodestra per le prossime elezioni al comune di Salerno.
La risposta della Carfagna è immediata. Bloccato Verdini in Transatlantico si sfoga: ”Ora basta, non ce la faccio più”. Verdini, che poco prima aveva ascoltato anche le lamentele di Cirielli, invita a non pubblicizzare il ‘dissapore’ tra i due visto il momento politico piuttosto complesso. Il giorno dopo ci pensa Alessandra Mussolini a far risalire la tensione. Vedendo il ministro parlare con Bocchino in Aula si avvicina per fotografarli con il telefonino. ”Brava! Brava!” commenta la Carfagna. E la Mussolini ribatte: ”Vergognati!”. Poi, esplode la questione termovalorizzatore di Salerno. Pd e Lega, sostengono alcuni berlusconiani, raggiungono l’intesa di farne seguire la costruzione al presidente della regione Stefano Caldoro.
Ma lei, con i suoi, si racconta sempre nel Pdl, si attribuisce il merito della ‘scelta’. Cosi’ gli esponenti campani, irritati per lo ‘schiaffo’ che sarebbe stato dato a Cirielli (che aveva indetto la gara per la costruzione dell’opera pubblica anche con un assessore all’Ambiente ‘caro agli ecologisti’) minacciano di lasciare l’Aula per protesta.
La verità, si maligna nel Pdl, è che Mara Carfagna avrebbe alzato ”tutto questo polverone” delle sue dimissioni ”minacciate” per mettere in crisi Berlusconi su input di Bocchino.