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Marcello Fiori: Berlusconi affida Forza Italia a ex braccio destro di Bertolaso

di admin |5 Dicembre 2013 12:23

Marcello Fiori

ROMA – Silvio Berlusconi ha affidato l’organizzazione di Forza Italia a Marcello Fiori, ex braccio destro di Guido Bertolaso.

Fiori per il centrodestra era diventato “L’uomo delle emergenze” (Pompei, il G8 della Maddalena poi spostato a L’Aquila, lo tsunami in Indonesia). Ma in passato era stato anche capo di gabinetto di Francesco Rutelli sindaco di Roma.

Nato a Roma il 16 gennaio 1960, Fiori avrà “il compito di far nascere e crescere i circoli del partito ideati da Marcello Dell’Utri“, come scrive Giampiero Di Santo su Italia Oggi:

“Qualcuno lo dà addirittura in corsa per la premiership, se Marina Berlusconi, come ha sempre dichiarato, non entrerà in politica e resterà alla guida di Fininvest e Mondadori. E forse è un’esagerazione, ma di certo Marcello Fiori, 53 anni, è diventato un perno della macchina organizzativa di Forza Italia.

[…] Nelle intenzioni di Berlusconi, del resto, i circoli locali sono fondamentali per dare solide radici alla nuova ma anche vecchia creatura. Non è un caso che il Cavaliere,ieri, con una nota abbia annunciato che «la nuova fase organizzativa di Forza Italia avrà un occhio di riguardo per il territorio». «In ogni regione», sottolinea il comunicato, «si avvierà una fase costituente che prevede la formazione di un comitato composto da tutti i parlamentari nazionali ed europei eletti nelle stesse regioni. A questi comitati saranno chiamati a partecipare, inoltre, i principali esponenti del partito eletti negli enti locali e personalità di spicco della società civile, del mondo del lavoro e dell’impresa». Insomma, da un lato il partito, con figure di riferimento sul territorio circondate da strutture collegiali; dall’altra i club affidati a Fiori.

Ma il Cavaliere non pensa soltanto alla periferia. Oggi il Mattinale inneggiava ai sondaggi che danno Forza Italia al di là del 20% e Ncd al 5,8%, con il centrodestra tra il 34, e il 36% e in vantaggio sul centrosinistra, con il Pd inchiodato al 25,8% e poco più. Per battere dunque sul ferro dell’entusiasmo finché è caldo, presto sarà definito il nuovo comitato di presidenza e saranno resi noti i nomi dei coordinatori regionali.

Per ora i probabili sono Gilberto Pichetto Fratin per il Piemonte; Sandro Biasotti per la Liguria; Vincenzo Gibiino per la Sicilia; Giuseppe Galati per la Calabria; Sandra Savino per il Friuli; Cosimo Latronico per la Basilicata; Anna Maria Bernini per l’Emilia Romagna; Marco Marin in Veneto. Più incerta la contesa in Umbria, dove concorrono Pietro Laffranco e l’imprenditrice Catia Polidori.

Nel Lazio la partita è tra Francesco Giro e Francesco Aracri ma saranno in partita anche Maurizio Gasparri e Antonio Tajani. Nomi non nuovissimi, insomma, ma in Italia, si sa, le novità faticano sempre a emergere. Tanto che Gasparri ha avuto buon gioco nei giorni scorsi nel ricordare come lo stesso Fiori, in diverse epoche della sua vita, abbia militato nel centrosinistra e sia stato anche capo di gabinetto di Francesco Rutelli, all’epoca sindaco di Roma.

Certo, il senatore di Forza Italia ed ex An ha dimenticato che successivamente Fiori è diventato l’uomo di riferimento del centrodestra di Berlusconi per tutte le grandi emergenze: il G8 dell’Aquila, trasferito in poche settimane dalla sede designata della Maddalena al capoluogo abruzzese colpito dal terribile terremoto del 6 aprile 2009, lo Tsunami del 26 dicembre 2004 in Indonesia e nel Sudest asiatico e prima ancora il famoso vertice Nato-Russia organizzato dall’Italia a Pratica di Mare.

Senza trascurare la nomina, da parte dell’allora ministro dei beni culturali Sandro Bondi, a commissario straordinario per l’emergenza nell’aera archeologica di Napoli e Pompei, incarico che gli ha procurato, tra l’altro, indagini a carico per abuso di ufficio.

Fiori, insomma, è tutt’altro che nuovo anche per Fi e per il Cavaliere. Così come non sono nuovi Clemente Mastella e sua moglie Sandra Lonardo, che hanno annunciato il loro ingresso nel nuovo partito. Nuovo, sì, ma anche un po’ vecchio”.

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