Marche, la proposta della Lega: immigrati residenti da meno di 15 anni? Niente asilo per i figli

Bambini figli di immigrati ammessi all’asilo solo se i genitori vivono o lavorano nelle Marche da almeno 15 anni. È la proposta di legge presentata dal gruppo consiliare della Lega Nord delle Marche, in sintonia con lo slogan elettorale ”Diamo la precedenza ai marchigiani”, che per la prima volta ha portato la Lega in consiglio regionale, con due consiglieri: Enzo Marangoni e Roberto Zaffini.

La pdl nasce dalla scarsita’ di posti negli asili pubblici, anche per bambini italiani, un fatto ”inaccettabile” per Ln. Si compone di un solo articolo, che modifica la legge regionale n. 9 del maggio 2003 sui servizi a sostegno delle famiglie e dell’infanzia e adolescenza: ”Hanno titolo di precedenza assoluta per l’ammissione all’asilo nido i figli di genitori residenti nella Regione Marche da almeno 15 anni, o che prestino attivita’ lavorativa nella regione ininterrottamente da almeno 15 anni”.

Se il provvedimento dovesse essere approvato (molto difficile che accada, in un consiglio a maggioranza di centro sinistra) escluderebbe dai nidi moltissimi bambini: secondo l’ultimo Dossier Caritas/Migrantes, a fine 2009 nelle scuole d’infanzia delle Marche il 12,8% degli iscritti erano figli di immigrati (8,1% il dato nazionale). Quasi 140.500 gli immigrati censiti nelle Marche, pari all’8,9% della popolazione totale. Inoltre, la soglia dei 15 anni di residenza o attivita’ lavorativa continuativa innalza notevolmente l’eta’ media dei genitori, e dunque la possibilita’ che mettano al mondo altri bambini.

Ma Marangoni e Zaffini sono convinti della scelta, e citano altre leggi di welfare a due velocita’ approvate in altre regioni (Veneto, Lombardia) e alcuni pronunciamenti della Corte costituzionale. Ad esempio la sentenza n. 62 del 1994, secondo cui ”il principio costituzionale di uguaglianza non tollera discriminazioni fra la posizione del cittadino e quella dello straniero solo quando venga riferito al godimento dei diritti inviolabili dell’uomo”: e l’accesso di un figlio all’asilo nido – afferma Ln – e’ un beneficio, non un diritto inviolabile”.

Per i consiglieri ‘padani’ delle Marche ”la ragionevolezza della proposta e’ evidente: trovare un giusto equilibrio tra il contenimento della spesa pubblica e l’esigenza sociale di assicurare posti all’asilo nido per il maggior numero possibile di famiglie. Inserendo figli di famiglie socialmente integrate, e in grado di pagare una retta mensile equa”.

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