ROMA – Marco Travaglio critica Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle: un “amore finito”, secondo i giornali di destra (Libero e Il Giornale). Negli ultimi mesi Travaglio era stato infatti più volte accostato alle posizioni grilline (c’è persino chi dice che Il Fatto Quotidiano abbia “tirato la volata” ai 5 Stelle in campagna elettorale). Ma negli ultimi 2 editoriali (30 marzo e 31 marzo) il giornalista accusa duramente i capigruppo del M5S.
Accusa numero uno: non aver fatto proposte a Napolitano per un premier “esterno” ai partiti che potesse essere accettato anche dal Pd. Secondo Travaglio, un’occasione persa.
Accusa numero due: aver favorito, con la “politica del no”, l’inciucio tra Pd e Pdl (che Travaglio chiama bi-Bicamerale). In questo modo, sostiene il giornalista, Napolitano è stato quasi “costretto” a questo tipo di soluzione. Ed è facile far ricadere la “colpa” di tutto al Movimento 5 Stelle, che con la sua “opposizione a prescindere” ha messo tutti con le spalle al muro.
Nel primo editoriale, intitolato “Autoscacco a 5 Stelle”, Travaglio ha scritto quello che secondo lui, Crimi e Lombardi avrebbero dovuto fare da Napolitano per uscirne “vincitori”:
Sarebbe bastato che ieri i capigruppo fossero saliti al Quirinale con una proposta chiara e netta: un paio di nomi autorevoli per un governo politico guidato e composto da personalità estranee ai partiti (parrà strano, ma ne esistono parecchie, anche fuori dalla Bocconi, dalle gran logge, dai caveau delle banche e dalle sagrestie vaticane).
Sarebbe stato lo scacco matto al re. Invece lo scacco i grilli se lo son dato da soli. Col rischio di perdere un treno che potrebbe non ripassare più; di accreditare le peggiori leggende nere sul loro conto; e di gettare le basi per drammatiche spaccature.
Nel secondo editoriale, intitolato “Con scappellamento a destra”, Travaglio spiega che l’autogol dei grillini ha spinto a una soluzione “non-soluzione”, paragonando il ricorso ai saggi alla Restaurazione e alla Bicamerale dei tempi di D’Alema.
L’altroieri M5S aveva un rigore a porta vuota: l’ha tirato in tribuna. E, con la partecipazione straordinaria di Napolitano e Bersani, ha perso un’occasione unica di spingere l’Italia verso un po’ di futuro. Ieri le lancette della politica hanno ripreso a camminare a ritroso verso il peggiore passato
Se questi sono saggi, i fessi dove sono? Eppure piacciono a tutti. Anche ai 5Stelle, gli unici esclusi dalla spartizione quirinalesca, gli unici ignari della vera natura della bi-Bicamerale: una stanza degli orrori per rimettere in pista B. e patteggiare alle nostre spalle, una siringa di anestetico per infilarci la supposta dell’inciucio senza che ce ne accorgiamo.
I commenti sono chiusi.