ROMA – Era proprio necessario e urgente per Margherita Boniver utilizzare un aereo di Stato, non meno di 50 mila euro il costo, per recarsi in missione in Africa? Quando tutti nel Governo, dal presidente del Consiglio al ministro degli Esteri in giù, usano sempre e comunque, a parte rari casi di urgenza e per motivi di sicurezza, i più economici voli di linea. Dal costo almeno dieci volte inferiore. Margherita Boniver ricopre la carica di inviato speciale del ministro Terzi alla Farnesina: è impegnata in una serie di incontri per discutere della emergenza umanitaria nel Corno d’Africa.
Emergenza che riguarda dolorosamente 430 mila profughi somali nei campi ai confini con l’Etiopia, per esempio. La visita di Boniver contiene gli stessi crismi emergenziali dei somali? Una certa sproporzione, in effetti, la notano anche al Corriere della Sera. Che in un piccolo articolo sull’edizione del 30 maggio mette insieme un po’ di considerazioni, diciamo così, logistiche. Per dire, il sottosegretario De Mistura, quando è dovuto scappare in India per la grana dei marò, non è certo salito sul Falcon 50 di Stato. Terzi va a Bruxellles con un volo di linea.
Invece, per andare a Naironbi in Etiopia e a Juba in Sudan, Boniver ha creduto opportuno far spendere 50 mila euro di soldi pubblici. Bè, si dice, si sa che volare in Africa è lungo e complicato…Non è così: da Nairobi a Juba a Khartoum ci sono tre voli quotidiani. Una qualsiasi agenzia di viaggio è in grado di organizzare il tour umanitario, al ministero sanno persino fare di meglio che alzare la cornetta e “prenotare” un volo di Stato. L’inviato speciale Boniver ha scelto il momento sbagliato, non è più tempo di “casta con le ali”.