ROMA – ''Mio padre non deve assolutamente mollare e non mollerà, soprattutto per il rispetto e l'amore che ha verso la democrazia. La democrazia non si può piegare alle trame di qualche Procura e di qualche redazione''. Lo afferma la presidente di Fininvest, Marina Berlusconi, in una lunga intervista al Corriere della Sera in cui parla anche dell'esposto presentato dal Biscione avverso alla sentenza della Corte d'appello per il lodo Mondadori, che ha condannato la holding a risarcire la Cir con 564 milioni di euro.
''Abbiamo scoperto una falla clamorosa che mina dalle fondamenta un castello di ingiustizie'', dice Berlusconi. ''Altro che leggi ad personam, qui siamo alle sentenze ad personam, al diritto cucito su misura: quando ci sono di mezzo mio padre o le nostre aziende, spuntano addirittura principi giurisprudenziali inediti e totalmente innovativi''.
La presidente di Fininvest sottolinea che non è mai stata chiesta la revoca della sentenza del '91 della Corte d'Appello di Roma, e che i tempi per farlo sono scaduti nel 2007. ''Questa è la dimostrazione che trovano sempre il modo per superare ostacoli che dovrebbero essere insuperabili'', afferma. ''Mesiano punta sulla chance: non ci sono certezze, ma è molto probabile che un giudizio non viziato da corruzione nel '91 avrebbe dato ragione alla Cir. Un escamotage – rileva Marina Berlusconi – così poco sostenibile che la stessa Corte d'appello lo 'boccia' e cambia strada''.
''Non avevo dubbi sul fatto che si trattasse di una sentenza politica'', dichiara la presidente di Fininvest. ''Parlare di persecuzione non è più sufficiente. Ormai contro mio padre siamo alla barbarie quotidiana legalizzata. Si inventano inchieste a ripetizione su reati inesistenti e senza vittime solo per fabbricare fango. Poi il fango fabbricato viene palleggiato tra una Procura e l'altra e infine riciclato. Il processo, con relativa, inevitabile condanna, lo si celebra sui media. Quello in aula, se si fara' e come finira' non interessa più a nessuno''.
Sull'opportunità, sostenuta da Giuliano Ferrara, che il premier Berlusconi si scusi pubblicamente, come fatto anche da Strauss-Kahn, ''Il paragone è del tutto inaccettabile'', afferma la numero uno di Fininvest. ''Mio padre non ha mai fatto assolutamente nulla di male. Non ha mai preso soldi dalla politica, è uno dei pochi che con la politica i soldi li ha spesi e per il suo impegno ha pagato e sta pagando un prezzo altissimo anche dal punto di vista personale. Non deve scusarsi proprio con nessuno''. I
In merito agli attacchi al governo da parte del mondo industriale, ''non se ne può davvero più di maestrini o maestrine, tanto bravi finchè c'è da parlare, molto meno una volta messi alla prova dei fatti'', commenta Marina Berlusconi. Le ricette ci sono e sono note, il problema è poterle realizzare. E allora, se l'intento sincero è quello di dare una mano all'Italia, bisogna salire sul ring e cominciare con il battersi con quello che è l'avversario piu' temibile: chi sullo sfascio costruisce le proprie fortune''.
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