ROMA – Altro che trasferta a “costo zero”, come più volte sostenuto dal sindaco di Roma Ignazio Marino. L’ultimo viaggio in Usa è costato 22.085,27 euro totali, per tutti e 4 i membri della missione, di cui 4.866 solo per il sindaco. Soldi che, secondo il capogruppo della Lista Marchini, Alessandro Onorato, sarebbero stati pagati dal Comune e che vanno a sommarsi ai 27 mila euro spesi in due anni per ventotto missioni in Italia e all’estero. A far discutere però non sono solo i viaggi di rappresentanza, ma anche le cene istituzionali del primo cittadino nei giorni di festa. Fratelli d’Italia, Forza Italia, Movimento 5 Stelle e Lista Marchini annunciano una pioggia di esposti in Procura e alla Corte dei Conti per fare chiarezza sugli scontrini del sindaco.
Fabrizio Ghera, capogruppo di FdI, fa notare che il plafond della carta di credito è stato portato da 10mila a 50 mila euro. E punta il dito contro una cena per sei persone del 26 dicembre 2013 all’Antico Girarrosto Toscano di via Campania: il titolare del locale dice di non ricordare più con chi fosse il sindaco, ma secondo quanto riportato dal quotidiano la Repubblica, fino a ieri era certo che Marino ci fosse andato con la famiglia, anche perché il locale è a poca distanza da casa della madre. In due anni poi si contano almeno 30 cene consumate da “Archimede a Sant’Eustachio”, a pochi passi da casa del sindaco.
Per Onorato, “le spese di rappresentanza di Marino pagate con la carta di credito del Comune sono troppo spesso finalizzate ai rapporti personali del sindaco piuttosto che alla promozione della città. Che senso ha, infatti, pasteggiare ad aragoste, tartare e vini pregiati a spese dei romani se nulla ha a che fare con l’amministrazione della città? Perché a Firenze ha pagato con la carta comunale un banchetto con giornalisti di testate locali fiorentine? Perché far pagare al Comune cene con chirurghi stranieri che partecipavano a un convegno sul traffico di organi per i trapianti, visto che il Campidoglio non si occupa di sanità? Perché offrire cene innaffiate di champagne a deputati e senatori che già ricevono super stipendi dai contribuenti? Non li poteva vedere in Campidoglio e tenere la carta di credito comunale a riposo?”.
Il consigliere M5s Marcello De Vito, rincara la dose su Facebook: “La spesa effettuata solo con la carta di credito per le spesucce di prima necessità tipo alberghi di lusso, noleggiatori di limousine, ristoranti di lusso è stata pari a circa 50.000 Euro”.
Da sabato, invece, in calce al post Facebook di Ignazio Marino, che annunciava “tutte le spese della carta di credito in dotazione al sindaco e tutte quelle per i viaggi” riunite “in un solo file, dal 2013 ad oggi”, sono comparsi molti commenti. C’è chi scrive: “Con tutto quello che si sono rubati fanno le pulci agli scontrini del bar al primo sindaco onesto… “, chi sostiene “è palese che Marino sia sotto attacco” ma anche chi si concede una battuta: “Insomma, 53.000 euro spesi, a oggi, con carta di credito del Comune, per cene offerte a vari soggetti, fanno una certa impressione. Suggerirei abbonamento a trattoria di cucina romana”. Mentre il capogruppo del Pd in Campidoglio, Fabrizio Panecaldo twitta: “Su Fb, mai tanti commenti a favore di Ignazio Marino. Idem su Repubblica Roma. Sintesi: pesti troppi piedi, bene! Avanti così!”.