ROMA, 18 OTT – ''La violenza scoppiata durante il corteo degli Indignati di Roma non si può paragonare a quella degli anni del terrorismo''. Lo dice al settimanale 'Oggi' in edicola da mercoledì Mario Capanna, uno dei Leader del Sessantotto.
''Non gli somiglia perché – aggiunge – fortunatamente, a Roma non si è sparato''. In ogni caso ''non vedo all'orizzonte un neo-terrorismo, ma è un grave errore non prestare attenzione al profondo disagio del mondo giovanile. Ed è inquietante che le istituzioni abbiano permesso quello che è successo. Tutti, compresi i servizi segreti, non potevano non sapere che sarebbe andata a finire cosi'''.
Capanna dice di non parlare di ''colpe''. ''Mi limito a osservare che Roberto Maroni, che ha militato in Democrazia proletaria, partito di cui io sono stato segretario, conosce le dinamiche di piazza. Invece – conclude – il ministro dell'Interno non era neppure a Roma nel giorno degli scontri''.
Quando ad un ipotetico raffronto con il Sessantotto, Capanna lo esclude. ''Noi avevamo una logica costruttiva. E avevamo imparato a organizzare un servizio d'ordine per isolare le teste calde''.