Mario Draghi, governo istituzionale subito? Mattarella lo convoca per evitare le elezioni anticipate

Mattarella vuole un governo istituzionale, guidato da Mario Draghi. Non vuole elezioni anticipate. Il capo dello Stato sa bene che, saltata la trattativa per un Conte ter, il voto anticipato è un rischio. E’ un rischio per due motivi. E per questo ha convocato Mario Draghi per stamattina.

Aggiornamento ore 8 con video

Primo, perché l’Italia è ancora in emergenza. Una crisi sanitaria, sociale, economica e finanziaria. Dunque richiede, parole sue, un governo nel pieno delle sue funzioni. Perché bisogna affrontare la pandemia. Serve un governo che porti avanti la campagna vaccinale. E serve un governo che, se necessario, prenda decisioni e provvedimenti d’emergenza. Perché non è detto che la pandemia sia finita.

Secondo rischio, una campagna elettorale permanente. Mattarella sa bene, e lo dice anche, che durante la campagna elettorale le forze politiche si concentrerebbero solo su quello. E, oltre al Covid, c’è da gestire anche altro. Le riforme economiche, i soldi dell’Europa. E chi meglio di Draghi può interfacciarsi con l’Europa? E dare garanzie alle istituzioni europee?

Mattarella chiama governo Mario Draghi, chi lo appoggerà?

Allora Mattarella vuole un governo istituzionale. E ha convocato per domani mattina Mario Draghi. Draghi invocato da più parti come il salvatore della patria.

Nelle ultime settimane Berlusconi ha aperto a una soluzione di larghe intese. Un governo Ursula, lo hanno chiamato i cronisti politici. Cioè una coalizione che appoggi trasversalmente una personalità. Come è successo in Europa con la Von der Leyen. Probabilmente appoggerà un governo Draghi.

E negli ultimissimi giorni anche Salvini sembrava essersi ammorbidito davanti a una soluzione simile. Anche se, praticamente in contemporanea al discorso di Mattarella, abbia scritto su Facebook di volere elezioni anticipate.

Crisi di governo: la rottura tra Renzi e Pd-M5s su Bonafede, Azzolina, Arcuri

Al centro della rottura ci sarebbe l‘indisponibilità da parte di M5S di sostituire i ministri Bonafede e Azzolina e il commissario Arcuri. Queste erano le condizioni dettate da Renzi. Rottura anche su Mes e sulla richiesta portata avanti sempre da Renzi, di dare alla Bellanova il ministero del Lavoro.

Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

 

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