Mario Mauro sostituito in Commissione, lui attacca Renzi: “Non sono il suo Dudù”

Mario Mauro sostituito in Commissione, lui attacca Renzi: "Non sono il suo Dudù"
Mario Mauro sostituito in Commissione, lui attacca Renzi: “Non sono il suo Dudù”

ROMA – Mario Mauro sostituito dal suo stesso partito in Commissione Affari costituzionali, e lui se la prende con Renzi: “Non sono il suo Dudù”. La notizia viene data dall’Ansa, il 10 giugno, con una nota piuttosto stringata:

“Il gruppo Per l’Italia al Senato ha deciso di sostituire Mario Mauro in Commissione affari costituzionali del Senato. Al suo posto, a seguire le riforme costituzionali, ci sarà Lucio Romano. La decisione di arrivare ad un voto per sostituire Mauro, secondo quanto si apprende, sarebbe stata presa da Pier Ferdinando Casini che aveva espresso perplessità su alcune decisioni prese da Mauro in commissione”.

Mauro subito dopo convoca una conferenza stampa e lì è un fiume in piena:

La sostituzione, a suo dire, ha avuto “come manina o manona suggeritrice” quella del premier Renzi; il Torquemada che ne ha chiesto la testa alla riunione del gruppo di Per l’Italia è stato Pier Ferdinando Casini, mentre gli altri senatori del gruppo sono stati gli “sprovveduti bravi” che hanno messo in atto “la congiura, maturata nell’ombra”. Mauro lascia intendere l’intenzione di lasciare il gruppo.”Non sono il Dudù di Renzi“.

“La manina, o la manona – ha detto in Senato Mauro ai giornalisti – è molto chiara, ed è l’esito delle elezioni europee, con molti che vogliono asservirsi ai Diktat del Presidente del Consiglio”. Secondo Mauro a dimostrare che dietro la decisione della sua sostituzione ci sia il Governo, c’è il fatto che già in mattinata “il sottosegretario Delrio aveva comunicato a un senatore il contenuto e l’esito della riunione di un gruppo, al quale egli non appartiene ma che evidentemente gli appartiene”.

Mauro ha riferito che all’inizio della riunione del gruppo di Per l’Italia si era impegnato “a votare in commissione secondo le indicazione del gruppo” stesso. “Ma evidentemente – ha aggiunto – questo non è bastato, perché il problema non sono i contenuti delle riforme, ma un delitto di lesa maestà”.

“Qualcuno più realista del Re – ha insistito l’ex ministro della Difesa – si è reso disponibile all’operazione” che poi “è stata condotta da alcuni sprovveduti bravi”. “Il ruolo di Torquemada – ha poi raccontato – lo ha assunto Casini con un intervento accorato con cui ha chiesto la mia sostituzione”.    “Io non solo sono a favore di riforme in generale – ha poi spiegato – ma voglio questa riforma del Senato e del Titolo V; ma evidentemente se non ci si concepisce come il Dudù di Renzi, difficilmente si parteciperà a questo processo”. Lascerà il gruppo? “Credo di saper rispondere – replica Mauro laconicamente – entro le prossime 24 ore, insieme ad altri colleghi”.

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