Monti verso gli eurogruppi: “L’Ue non tema più l’Italia”

BRUXELLES – Mario Monti prepara la strada agli incontri con i vertici europei e sottolinea a chiare lettere: ”L’Europa non deve piu’ aver paura dell’Italia”. E sceglie di parlare a Le Figaro, due giorni prima dell’incontro con Nicolas Sarkozy, che vedra’ il giorno dell’Epifania all’Eliseo, per poi tornare a Berlino dove incontrera’ Angela Merkel mercoledi’ prossimo.

Non sara’ un nuovo vertice a tre, come quello di Strasburgo del 24 novembre scorso che segno’ il ritorno dell’Italia sul grande palcoscenico europeo, ma il fatto che il summit franco-tedesco di lunedi’ a Berlino si tenga nel mezzo di incontri con il leader italiano non puo’ essere letto come una semplice coincidenza.

Monti scalda i motori in vista dei nuovi appuntamenti europei (l’Eurogruppo del 23 gennaio e il Vertice straordinario del 30) che serviranno per completare la risposta dell’Europa alla crisi dei debiti sovrani e per avviare la ‘fase due’: rilancio della crescita e politiche per la creazione di posti di lavoro.

”L’Europa non ha piu’ alcuna ragione di aver paura dell’Italia. Disponiamo di materia prima molto rara in Europa, un consenso di fondo dell’opinione pubblica a favore dell’integrazione europea”, ha spiegato a Le Figaro: ”Io sono stato commissario europeo per dieci anni. Il presidente della Repubblica italiana e’ un europeista molto convinto. Noi abbiamo messo l’Europa al centro delle nostre preoccupazioni”.

Non solo: ”Tutti gli analisti dicono che l’Italia ha fatto il proprio dovere” per risolvere la crisi e ottemperare alle richieste europee. Gli italiani ”hanno mostrato un senso di responsabilita’ ammirevole”, ha aggiunto Monti, sottolineando che rispetto a una manovra cosi’ pesante” ci sono state solo tre ore di sciopero. ”Hanno compreso che i vincoli europei vengono imposti a favore delle generazioni future”.

Il tour de force europeo di Monti, che dovrebbe includere anche un incontro a Londra con il premier David Cameron il 18 gennaio prossimo, si definisce mentre si amplifica l’allarme per i rischi recessivi nel 2012. ”L’Europa e’ sull’orlo della recessione”, ha ammonito proprio oggi il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, chiedendo che l’Europa agisca in modo adeguato per far fronte al rallentamento economico.

Juncker si e’ detto particolarmente preoccupato per i depositi bancari presso la Bce, ”che hanno raggiunto un livello record”, e per il fatto che le banche ”restano riluttanti a concedere prestiti”.

Il premier del Lussemburgo ha manifestato piu’ ottimismo sul futuro della Grecia: ”non sta considerando il ritorno alla Dracma”, ha detto. La situazione ”e’ difficile”, ma ”affrontabile”, ha assicurato Juncker, secondo il quale ”il ritorno alla dracma non e’ un’opzione”. I paletti italiani all’accordo ‘salva euro’ e le sollecitazioni di Roma per un’azione di stimolo europea della crescita, sono i punti forte dell’offensiva europea di Monti (che entro la fine del mese avra’ modo di discutere di ricette anti-contagio e anti-recessive anche con il presidente Barack Obama a Washington).

A fine dicembre, l’Italia ha raccolto in un documento di 12 pagine le sue proposte di emendamento alla bozza di accordo tra i 26 stati membri (la Gran Bretagna si e’ autoesclusa). Ed ora cerca di creare una rete di consenso e di sostegno tra gli altri partner. Il primo confronto importante e’ previsto venerdi’ a Bruxelles, dove torna a riunirsi il Forum a 26 (piu’ i rappresentanti di Gran Bretagna, Commissione e Parlamento Ue) che negozia il nuovo trattato intergovernativo.

Le richieste piu’ importanti riguardano il capitolo del debito e del deficit. L’Italia chiede che si ”tenga conto dell’influenza del ciclo economico”, ma anche del debito privato delle famiglie e della sostenibilita’ dei regimi pensionistici, nella valutazione del ritmo di riduzione del debito eccedente il 60% del Pil. Mentre per il calcolo sul disavanzo, propone di considerare le necessita’ di investimenti pubblici, che andrebbero scorporati. L’offensiva italiana riguardera’ anche la crescita. Roma chiede una maggiore convergenza delle politiche economiche europee per promuovere la competivita’ e il lavoro.

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