ROMA – Quattro miliardi di euro “regalati” alla Chiesa da Mario Monti. Sono i soldi dell’Ici a cui il governo Monti ha rinunciato, scrive Valentina Conte su Repubblica. Tutto inizia quando l’Unione europea fa notare all’Italia che l‘esenzione dall’Ici per gli immobili non di culto era un aiuto di Stato. La tassa va pagata anche dalla Chiesa, ma il governo Monti spiega che calcolare quanto dovuto tra il 2006 e il 2011 era impossibile.
Non essendo facile il calcolo del quanto dovuto in passato, la tassa semplicemente è stata ignorata, spiega la Conte:
“Proprio perché la presunta “impossibilità assoluta” di riavere le somme di fatto «non è stata mai provata». Chi l’ha detto e dov’è scritto che non si può calcolare e recuperare l’Ici pregressa, si chiedono in pratica i due? La questione non è di poco conto. Stime Anci valutavano gli introiti Ici su quegli immobili, riferibili ad enti non profit e per lo più alla Chiesa, pari a 600- 800 milioni l’anno. Moltiplicati per sei annualità, fanno una cifra astronomica, attorno ai 4 miliardi. Una manna dal cielo, se confrontata con la caccia affannosa alle risorse di queste ore per evitare il rincaro Iva (serve un miliardo). O per cancellare la rata di Natale dell’Imu (2,3 miliardi). O ancora quanto basta (circa 1,6 miliardi) per riportare nei ranghi il rapporto tra deficit e Pil (leggermente tracimato al 3,1%), non ripiombare nella procedura di infrazione europea e sbloccare altri soldi (12 miliardi) da usare l’anno prossimo per fare investimenti e occupazione”.
E se la vecchia Ici non è stata pagata, anche i soldi dell’Imu potrebbero non arrivare mai, spiega la Conte:
“Il governo Monti che di fatto ha messo in campo l’Imu e ne ha definito i nuovi contorni anche per questi enti non profit — proprio per avere il via libera di Bruxelles, intascato appunto il 19 dicembre scorso — non ne ha mai ultimato le procedure attuative. In un anno e mezzo, né Monti né in seguito Letta sono riusciti ad ottenere dal ministero dell’Economia quel regolamento così indispensabile per calcolare concretamente le porzioni commerciali da quelle non commerciali dei singoli immobili. In Via Venti Settembre assicurano che arriverà entro dicembre. Intanto, nel 2012 e nel 2013, vista la confusione e le circolari criptiche, nessuno ha pagato l’Imu. O meglio: ha pagato chi già versava l’Ici a suo tempo. Gli altri sono in attesa della burocrazia, pigra o pilotata, che arriva sempre dopo, a volte tardi. Con grandi pasticci per il Paese, come il recente caso Telecom insegna, neppure in grado di difendere la propria rete telefonica perché nessun decreto attuativo l’ha ancora definita strategica”.
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