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Monti: “Mi piace cantare ma sono stonato. Tifo Milan ma non so dire barzellette”

di admin |10 Gennaio 2013 1:01

Monti: “Mi piace cantare ma sono stonato. Tifo Milan ma non so dire barzellette”

ROMA – “Mi piace cantare ma sono stonato. E tifo il Milan”. Mario Monti si racconta in un’intervista a Radio Monte Carlo e parla della sua salita in politica. Un Monti a cui piace raccontare barzellette, anche se non ne è capace, tratto in comune con l’ex premier Silvio Berlusconi. E la sua vena scherzosa il premier l’ha confermata rispondendo ad una psicoterapeuta a Roma: “Prepari il suo lettino per me dopo la mia candidatura”.

La sua salita in politica ha infastidito sua moglie? E’ lei la prima persona alla quale lo ha detto? Queste le domande degli intervistatori a cui Monti risponde: “Lasciamo perdere la reazione di mia moglie (ride)! E’ meglio mantenere spazi di privacy”.

Poi parla del raccontare barzellette: “Mi piacciono molto e uno degli aspetti che umanamente mi lega al mio predecessore, e lui ritiene successore, Silvio Berlusconi, è la sua straordinaria capacita’ di raccontare barzellette di cui ha un repertorio di ogni categoria. Io sono particolarmente incapace di raccontare barzellette, ho il gusto dell’ironia e dello humour ma le storielle non sono una mia specialità”.

E il canto? Monti risponde: “Sono stonato, mi piace molto il canto non sono mai stato chansonnier sulle navi da crociera”.

Il Milan è la squadra del cuore del premier: “Io sono, ero soprattutto, tifoso del Milan. Ora la quantità di tifo che riesco a erogare è modestissima perché nel 1948 mio papà mi portò all’Arena non ancora a San Siro, mi spiegò che era la partita Milan – Torino e io dissi va be’ siamo di Milano tifiamo Milan anche se mio padre era Juventino. Era quello il grande Torino caduto nel tragico incidente di Superga”.

”Prepari il divano nel suo studio…”. Così Monti, al termine di un dibatto a Roma, si è rivolto ad una signora che poco prima gli aveva fatto una domanda durante la presentazione di un libro identificandosi come psicoterapeuta. Il professore ha ironizzato sul fatto che con la sua candidatura forse avrà bisogno della sua assistenza. Poco prima il premier aveva anche detto che la sua decisione di ‘salire’ in politica era una ”follia”.

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