Mario Monti si fa da parte: “Mai più capo di partito”

Pubblicato il 13 Aprile 2013 - 09:55 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Mario Monti dopo l’esperienza di governo resterà senatore a vita e sarà “padre nobile” della sua Scelta Civica, ma senza ”incarichi operativi”. A dare la notizia è Francesco Verderami per il Corriere della Sera, spiegando che il premier non si sentirebbe ”un leader di partito, non è il mio mestiere”, come avrebbe annunciato.

Monti, secondo la ricostruzione del quotidiano, si sente di essere diventato ”il capro espiatorio” per tutto e di essere trattato ingiustamente da molti: dai partiti ”che mi avevano chiamato in soccorso”, dalle forze sociali che oggi andranno ”squallidamente a braccetto senza però indicare come uscire dalla crisi” e anche dai suoi stessi alleati che ”mi implorarono di fare il capo della coalizione alle elezioni e adesso dicono di aver donato il sangue per me”.

Ma non si tratterebbe di ”disamore, non considero terminata l’esperienza” di Scelta Civica, che anzi ”resta una forza necessaria alla tenuta europeista del Paese”. Però già dalla prossima settimana, sempre secondo il quotidiano di via Solferino, si leggerà nello statuto la scelta di Monti: la sua assenza dagli incarichi e la cancellazione del suo nome dal simbolo.

Scrive Verderami:

Il Professore che era salito in politica, ora vuole scendere dal golgota dove sente di esser stato messo ingiustamente da molti, quasi da tutti: dai partiti «che mi avevano chiamato in soccorso» nell’inverno del 2011, dalle forze sociali – Confindustria e sindacati – che oggi andranno «squallidamente a braccetto senza però indicare come uscire dalla crisi», e persino dai suoi stessi alleati, da quei compagni di avventura che «mi implorarono di fare il capo della coalizione alle elezioni e adesso dicono di aver donato il sangue per me». Raccontano che l’intervista di Pier Ferdinando Casini al Corriere l’abbia lasciato di sale, «sono rimasto allibito», e l’abbia convinto a un passo di lato che somiglia molto a un passo indietro.