Monti, toni abbassati coi partiti ma sul Lavoro non molla

PECHINO, 30 MAR – Mario Monti tiene il punto sulla riforma del lavoro, ma decide di abbassare i toni. Lo fa stando in piedi fino alle cinque del mattino, nella stanza di albergo che lo ospita a Tokyo, per scrivere una lettera al Corriere della Sera in cui, sostanzialmente, ßloda il senso di responsabilita' dei partiti e dei cittadini. Ma non rinuncia a ribadire quello che ormai e' il leit motiv del suo viaggio in Asia: l'auspicio che la politica cambi in questo breve lasso di tempo che separa il paese dalle elezioni.

Che suona anche un po' da monito, visto che aggiunge che sono i cittadini, lui per primo, a chiederlo.ßIntanto, tira dritto sul programma di governo e si dice convinto di poter persuadere le forze politiche e le parti sociali sul suo progetto. Una posizione piu' soft che viene accolta dal segretario del Pd Pier Luigi Bersani con la necessita' di trovare un equilibrio tra 'tecnici e politici' per evitare di scivolare in contraddizioni ''pericolose''.

"Il presidente del Consiglio ripete le sue ragioni ai giornalisti anche prima di andare all'aeroporto di Tokyo per decollare verso Pechino. In Italia e' ancora notte e cosi' il premier anticipa i contenuti della missiva. Precisa subito di non voler scaricare la colpa delle polemiche sui media che hanno ''correttamente'' riportato le affermazioni sul maggior consenso di cui gode il governo, cosi' come' quell'avvertimento che senza riforme l'Esecutivo non avrebbe ''tirato a campare''. Nessuna ''lost in translation'' aggiunge ironicamente citando un noto film che si svolge proprio nella capitale giapponese. Concetti che dunque Monti ribadisce. Pero' li mette nel ''contesto'' di un discorso piu' ampio che rendono ''infondato'' il dibattito e le polemiche sorte in Italia.

Anche perche', dice porgendo il ramoscello d'ulivo ai partiti, ''mi dispiace'' che le mie parole ''abbiano dato un'impressione esattamente opposta a quella che era l'intenzione''. Chiarisce che a suo giudizio al rinnovamento del Paese hanno contribuito ''sinergicamente'' il governo, i partiti che ''responsabilmente'' lo sostengono anche quando prende misure ''dure'' e sopratutto i cittadini che sono disposti ad accettare sacrifici purche' si dica loro la verita', possibilmente in modo ''moderato''.

Parla del mercato del lavoro, dicendo che intende ''persuadere'' e ''spiegare'' per evitare strappi sociali, ma ripete che gli investitori all'estero attendono con ansia l'esito dell'esame in Aula. Parla comunque di ''cambiamento politico in atto che lo fa ben sperare''. ß ß ßQualche ora dopo e parecche centinaia di chilometri piu' in la', a Pechino, il presidente del Consiglio torna sul concetto. Ha appena incontrato il presidente di uno dei piu' grandi fondi di investimento che ha sede proprio in Cina. Riferisce del colloquio ad una platea di imprenditori italiani e cinesi all'Istituto di cultura. ripete quello che ormai e' il suo leit motiv in questo lungo viaggio in Asia.ß''Dall'estero ci viene detto: beh effettivamente l'Italia ci ha sorpreso, ma cosa succedera' dopo? Puo' essere meta di investimenti?''.

La sua risposta e' naturalmente un si'. 'Io ci credo che dopo le elezioni prossime del 2013…'', si interrompe. Ha imparato ad essere cauto e ci scherza su. ''No, devo parlare con attenzione su queste cose: sicuro che dopo le elezioni torneranno governi politici''. Ma non sara' quella politica che tanti problemi ha creato. Perche' quest'anno ''cambiera'ßi comportamenti'' nel mondo politico che ''si sta rendendo conto che noi cittadini italiani siamo piu' disposti di quello che si pensava a seguire argomenti pacati che portano anche a conclusioni dure''. "Insomma, aggiunge, ''io credo che ci sara' una politica, dopo questa parentesi, che avra' migliorato se stessa''.

Gestione cookie