ROMA – Giulio Terzi “scorretto” nel dimettersi in modo “inconsueto”, precipitoso nel cantare vittoria sulla vicenda dei marò, e animato da “altri obiettivi” diversi dalla tutela dei marò. E l’India “contraddittoria” e chiusa a ogni tentativo di soluzione negoziale con l’Italia. Mario Monti punta il dito contro il suo ex ministro e spiega, alla Camera, il punto di vista del Governo nella gestione del caso di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.
E’ soprattutto con Terzi che Monti si mostra “risentito”. Le accuse sono chiare: quella di aver agito precipitosamente prima, dando per conclusa la vicenda con il ritorno dei marò in Italia, e in modo “scorretto” poi, con le dimissioni senza informare né il capo del Governo né il presidente della Repubblica.
E’ Soprattutto verso la fine del suo discorso che le parole di Monti su Terzi si fanno più pesanti: ”Sono rimasto stupefatto per ciò che il ministro Terzi ha fatto e per ciò che non ha fatto”. Perché l’ex ministro, spiega Monti, “poteva opporsi e non si è opposto”.
Quindi l’attacco frontale: ”Ho ragione di ritenere che l’obiettivo” del ministro Terzi ”non fosse quello di modificare una decisione” presa dal governo, ”ma fosse quello più esterno di conseguire altri risultati che magari nei prossimi tempi diventeranno più evidenti”.
Un atto “inconsueto”. Mario Monti riferisce alla Camera dei deputati sulle dimissioni del ministro Giulio Terzi,”rassegnate inaula” e le definisce un ”atto inconsueto”. Parole simili a quelle di Giorgio Napolitano che aveva parlato di comportamenti “irrituale”. Quanto ai marò Monti precisa che “non c’è nessun accordo riservato con l’India” e che la priorità del governo rimane la loro “incolumità e sicurezza”.
”Dopo le comunicazioni di ieri del ministro Giulio Terzi di Sant’Agata – spiega Monti – che ha ritenuto di presentare le sue dimissioni in aula è un preciso dovere istituzionale che il premier presenti al Parlamento e al Paese le valutazioni che hanno guidato l’azione del governo” nella vicenda dei due marò.
”Visto che non ho avuto modo di sentirlo e di vederlo, mi permetto di rivolgere il mio ringraziamento al ministro Terzi per l’attività svolta in un periodo molto impegnativo e difficile per tutti gli affari interni e internazionali”. Secondo Monti la vicenda ”che coinvolge i nostri due fucilieri ha portato una grave crisi nei rapporti con l’India”.
Garantire la sicurezza dei marò. ”Obiettivo del governo – ha spiegato Monti – è stato di tentare di isolare questa vicenda dall’insieme complessivo dei rapporti con l’India e la nostra priorità è stata di la sicurezza, l’incolumità e la dignità dei nostri due marò e di tutti gli italiani che si trovano in India”.
“Ho chiesto la condanna dell’India”. Quindi Monti spiega: ”Il governo ha subito protestato con fermezza per il vulnus inferto e da quel 16 febbraio l’impegno mio personale e del governo e’ stato assoluto. Ho più volte sollecitato la condanna della comunità internazionale” nei confronti delle autorità indiane.
Monti quindi nega l’esistenza di accordi “sotterranei” con l’India: ”Consentitemi di respingere con forza qualsiasi illazione su possibili scambi o accordi riservati” con l’India o sul fatto che ”interessi economici” abbiano ”influenzato” l’attivita’ del governo sul caso dei maro‘.
Quindi Monti attacca Terzi definendo “precipitose” le sue parole alla Stampa sull’esito della trattativa sui Marò. La decisione di non rimandare in India i due marò, secondo il premier, ”non avrebbe dovuto essere oggetto di precipitose dichiarazioni alla stampa, che il ministro Terzi ritenne invece di rilasciare, anticipando un risultato finale che non poteva ancora darsi per scontato”. Lo ha detto il premier Mario Monti in Aula a Montecitorio.
Oltre a Terzi l’altro oggetto dell’attacco di Monti è l’India. Il premier gli rimprovera la contraddorietà della giustizia e la chiusura di fronte alle richieste italiane. Attacca Monti: ‘La corte suprema indiana, in maniera contraddittoria e senza adeguata motivazione rivendicava la giurisdizione indiana anche nella zona” dove si e’ svolta la vicenda, violando la convenzione sui diritti del mare del 1982.
Il Governo, secondo il premier, aveva ”prontamente agito per avviare consultazioni con il governo indiano per arrivare a una procedura arbitrale” sulla vicenda dei due maro’ che avrebbe potuto ”sciogliere in una sede neutra il nodo piu’ difficile, quello della giurisdizione ma c’e’ stata chiusura parte indiana”.
Eppure, nonostante l’attacco, per Monti non era il momento di forzare la mano con l’India, perché il rischio era che l’Italia “si ritrovasse isolata nella Comunità internazionale”.
Infine da Monti parole chiare, che sanno di sfinimento: “Questo governo non vede l’ora di essere sollevato”.
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