Il ministro dell’Interno Roberto Maroni vuole replicare a tutti i costi a quelle che chiama “falsità”, ossia il monologo sugli affari delle cosche al Nord che Roberto Saviano ha pronunciato a Vieni via con me, lunedì sera. Non intende fare marcia indietro perché ormai la Lega è in piena campagna elettorale e l’accostamento con la Mafia può essere una vera bomba sul fronte dei consensi. In suo soccorso è successivamente arrivato anche il Tg5, che ha elencato i latitanti arrestati da quando è il numero uno del Viminale.
Maroni vorrebbe partecipare alla prossima puntata di Vieni via con me e parlare faccia a faccia con Roberto Saviano. E su questa partecipazione fa anche dell’ironia: “Se dovessero invitarmi andrò vestito da Sandokan”. Il riferimento di Maroni non è all’eroe di Salgari, ma al soprannome del boss dei casalesi Francesco Schiavone.
Saviano, in un’intervista a Repubblica aveva infatti ricordato una frase che l’avvocato di Schiavone gli aveva rivolto dopo aver invitato il boss a pentirsi: “Voglio vedere se Saviano ha il coraggio di dire queste cose guardando Sandokan negli occhi”. Saviano ha paragonato questa frase a quella pronunciata ieri da Maroni: “Voglio vedere se Saviano ha il coraggio di dire le stesse cose guardandomi negli occhi”. “Per la prima volta da allora ho riascoltato questa espressione – ha detto Saviano -. E sulla bocca del ministro dell’Interno certe parole sono davvero inquietanti”. Dopo un primo momento di ironia, il ministro Maroni non ha preso bene le parole dello scrittore: ”Sono incredulo, confido ancora in un refuso e chiedo quindi a Saviano di smentire, riservandomi ogni azione utile”. E grida al “bavaglio” se dovessero impedirgli di partecipare alla trasmissione.
Fino a ora infatti Rai Tre non ha accettato la richiesta del ministro. Secca la risposta di Loris Mazzetti, capostruttura della rete: “Il nostro è un programma culturale e i politici vengono solo se funzionali al racconto delle puntate. Il ministro può replicare altrove e se abbiamo detto cose false può rivolgersi alla magistratura”.
Maroni ha anche preso contatti con i consiglieri Rai d’area leghista, dopo aver scartato la proposta del direttore di RaiTre Paolo Ruffini di inviare un video o uno scritto: “Ridicola e per questo irricivibile”.
La “querelle” ovviamente fa gola ad altri conduttori, persino di reti concorrenti: all’ufficio stampa del ministro sono arrivate le proposte di almeno tre conduttori. Hanno proposto i loro spazi per la replica il conduttore di Porta a Porta Bruno Vespa, Lucia Annunziata per il suo In mezz’ora e il direttore del Tg de La 7, Enrico Mentana.
In difesa del ministro è sceso anche il Tg5: il telegiornale Mediaset ha fatto un ‘controelenco’ seguendo le ‘liste’ che hanno caratterizzato, tra le polemiche, la puntata dell’altra sera di ‘Vieni via con me’, condotta da Fabio Fazio e Roberto Saviano. Sulle note della canzone ‘Vieni via con me’ di Paolo Conte, è stata diffusa la lista dei 28 superlatitanti di mafia, camorra, ‘ndrangheta e Sacra corona unita, “arrestati grazie al lavoro delle forze dell’ordine e delle magistratura, negli ultimi due anni mezzi con il governo Berlusconi, ministro dell’Interno Roberto Maroni”.
Questi i superlatitanti catturati che facevano parte dell’elenco del Viminale dei 30 ricercati più pericolosi: Giuseppe Coluccio, Patrizio Bosti, Giuseppe De Stefano, Pietro Criaco, Giuseppe Setola, Giovanni Strangio, Raffaele Diana, Salvatore Coluccio, Antonio Varano, Antonio Pelle, Salvatore Miceli, Rosario De Stefano, Carmelo Barbaro, Santo La Causa, Salvatore Russo, Pasquale Russo, Luigi Esposito, Domenico Raccuglia, Gaetano Fidanzati, Giovanni Nicchi, Raffaele Arzu, Paolo Di Mauro, Nicola Panaro, Giovanni Tegano, Giuseppe Falsone, Cesare Pagano, Frango Li Bergolis, Gerlandino Messina.