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Scajola smentito dal segretario Zocchi: “Su Biagi allertato da Maroni e Sacconi”

di Warsamé Dini Casali |22 Maggio 2014 11:41

Maroni: “Scrissi a Scajola, Biagi era in pericolo”. Informato anche da Sacconi

ROMA – Scajola smentito dal segretario Zocchi: “Su Biagi allertato da Maroni e Sacconi”. A smentire la versione di Claudio Scajola (“non fui informato delle minacce a Marco Biagi”) ci sono lettere e biglietti vistati dallo stesso ex ministro dell’Interno conservate dal suo ex segretario Luciano Zocchi (della moglie di Maurizio Sacconi che citava la relazione semestrale dei Servizi, dell’allora direttore generale di Confindustria Stefano Parisi, dell’allora ministro del Welfare Roberto Maroni che lo ha anche ribadito ieri alla stampa). E le ammissioni dello stesso Zocchi a più riprese, ultime quelle ai magistrati di Bologna che hanno ricevuto da Roma i dossier sequestrati e per i quali oggi indagano adesso sul reato di omicidio per omissione.

Cioè, chi doveva e poteva non avrebbe alzato un dito per gestire la sicurezza di un servitore dello Stato minacciato da un gruppo terroristico che già in passato (Tarantelli, D’Antona) non aveva esitato a sparare su inermi professori e giuslavoristi. Bastava l’assegnazione di una scorta armata. Se Scajola pagò con le dimissioni il cinico insulto su Biagi (“era un rompicoglioni”), dovrà adesso vedersela con accuse che tragicamente corrispondono al presentimento del povero Biagi trasmesso per lettera al suo superiore dell’epoca, l’ex ministro Maroni: “”Se dovesse malauguratamente occorrermi qualcosa, desidero si sappia che avevo inutilmente informato le autorità di queste ripetute telefonate minatorie, senza che venissero presi provvedimenti”.

Un  presentimento giustificato (non solo a posteriori) ma ignorato a diversi livelli decisionali. Perché il prefetto Giuseppe Pecoraro, che fu relazionato dallo stesso Zocchi (è lui a dichiararlo) sulle minacce arrivò a dire che Biagi le telefonate se le era fatte da solo? Perché nella relazione del prefetto Sorge incaricato dell’indagine interna promossa dallo stesso Scajola sulla mancata protezione,  tra i 57 nomi ascoltati non c’è quello di Zocchi? Lo stesso Zocchi, ha rivelato all’Ansa, a Repubblica e al Corriere della Sera che invece di comunicare direttamente a Sorge, cui fu presentato, quello che sapeva a proposito delle segnalazioni, sentì piuttosto l’esigenza di parlarne con il suo amico cardinale Tarcisio Bertone, l’ex Segretario di Stato prelevato davanti all’ingresso di Sant’Anna e portato sulla sua “smart blu”? Ai magistrati, un anno fa, Zocchi aggiunse che quando affrontò l’argomento Biagi, Bertone gli disse “lascia stare, non metterti nei guai”.  Ricordiamo che le carte su Biagi sono spuntate con l’indagine per far luce sull’eredità contesa dei salesiani di Tarcisio Bertone.

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