Il terrorismo ‘fai da te’ è un “fenomeno allarmante”, che fa da contrasto con l’aumento della collaborazione tra i diversi Paesi. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, a conclusione della riunione dei ministri del G6 a Varese (Italia, Spagna, Francia, Germania, Gran Bretagna e Polonia), cui hanno partecipato anche il commissario europeo agli Affari interni, Cecilia Malmstrom ed il ministro della Giustizia americano, Eric Holder.
Al tavolo dei ministri oggi c’era proprio il dossier terrorismo, oltre alla lotta alla criminalità organizzata. E Maroni ha posto l’accento sul rischio di quello cosiddetto ‘home-grown’, “persone a volte nate e cresciute nei nostri Paesi, con la cittadinanza, che improvvisamente si trasformano in attentatori ‘fai da te’. Caso emblematico – ha ricordato – è quello di Mohamed Game, il libico che si è fatto esplodere davanti ad una caserma di Milano e per fortuna non è riuscito a confezionare bene l’ordigno secondo le istruzioni che aveva appreso su internet”.
Contro questo fenomeno particolarmente difficile da combattere, ha aggiunto, “abbiamo definito una strategia di prevenzione basata sul rafforzamento della collaborazione tra i nostri Paesi e tra questi e gli Stati Uniti. Per quanto riguarda l’Italia, c’é già un rapporto eccellente tra la nostra polizia e quella americana”.
La minaccia terrorista è naturalmente ben presente anche al ministro americano Holder. “Stati Uniti ed Europa – ha osservato – sono di fronte a minacce comuni e bisogna sviluppare politiche di contrasto comuni: c’é molto da fare in futuro. Dobbiamo imparare gli uni dagli altri. Noi siamo pienamente soddisfatti della collaborazione e dell’operatività dei rapporti con l’Europa ma ovviamente sappiamo che possiamo cooperare al meglio per proteggere i nostri cittadini. Anche se ci separa un oceano – ha aggiunto – sappiamo che chi vuole far del male agli Stati Uniti è determinato a farlo anche ai nostri alleati europei: per questi motivi storici siamo legati e dobbiamo collaborare”.
Complimenti poi a Maroni, “che sta facendo un lavoro estremamente interessante contro il terrorismo e l’immigrazione clandestina”.
E tra i ministri si è discusso anche del rischio attentati ai Mondiali di calcio in Sudafrica, ormai imminenti. “Abbiamo proposto – ha spiegato Maroni – che qualora le squadre europee vengano eliminate, i nostri agenti che sono lì per garantire la sicurezza rimangano comunque in Sudafrica per dare man forte ai colleghi degli altri Paesi. Io naturalmente – ha aggiunto – scherzosamente, ma non troppo, ho detto che i nostri rimangono lì per gli Azzurri fino al 12 luglio, il giorno della finale”.
Si punta, ha proseguito il ministro, “a definire un sistema di sicurezza attraverso il rafforzamento della cooperazione dell’intelligence di tutti i Paesi”. Maroni ha poi riferito che la ‘sua’ Varese è stata elogiata dagli altri ministri. “Il sistema di sicurezza – ha concluso – è stato efficiente, ma discreto ed ha bene impressionato Holder, abituato alle super-scorte americane: si é accorto che la sicurezza ‘all’italianà è altrettanto efficace”.