D’Alema “intercettato”: “Letta non ha futuro, vinciamo con Renzi. E Cuperlo segretario”

D'Alema "intercettato": "Letta non ha futuro, vinciamo con Renzi. E Cuperlo segretario"
D’Alema “intercettato”: “Letta non ha futuro, vinciamo con Renzi. E Cuperlo segretario” (LaPresse)

TAIZZANO, NARNI (TERNI) – Massimo D’Alema a ruota libera su Enrico Letta, su Matteo Renzi, sul Pd, sul futuro del governo, su Silvio Berlusconi, su Beppe Grillo, sulla libertà di stampa, sui dalemiani… Dichiarazioni “intercettate” alla festa del Pd di Taizzano, frazione di Narni (Terni) da Pino Corrias per il Fatto Quotidiano, che con le parole di D’Alema apre l’edizione del 23 agosto.

D’Alema, che da quelle parti, a Otricoli, ha il suo casale e la sua azienda vinicola, era in una situazione in cui si sentiva, riferisce Corrias “più sentendosi libero di dire e di disdire non del tutto ascoltato”, “tra il profumo delle salamelle, davanti a una ottantina di militanti in piena quiete digestiva”.

Le prime chicche dell’ex premier sono sul futuro del governo. D’Alema pensa che

“Alla fine non ci sarà nessuna crisi. Se il centrodestra pensa di legare il proprio destino a quello giudiziario di Berlusconi, bè si dovrà rassegnare a un declino senza ritorno. Credo anche che se si andrà alla conta dei voti in aula, il centrodestra potrebbe dividersi”.

Ma in ogni caso D’Alema ritiene che la navigazione di Enrico Letta sia a termine e che il Pd debba puntare poi tutto su Matteo Renzi, quello che lo voleva rottamare. Mentre alla segreteria del partito il “leader maximo” vede bene Gianni Cuperlo:

“Letta è solo un leader di transizione per un governo momentaneo e con un programma di scopo. Non sarà utile una seconda volta. Per il futuro io immagino Gianni Cuperlo alla segreteria del partito e Matteo Renzi a Palazzo Chigi”. “Cuperlo è un leader politicamente e culturalmente valido. Esce dall’ultima grande scuola di politica in Europa, la mia, la Fondazione ItalianiEuropei che mi onoro di presiedere. Dalla mia Fondazione sono usciti ministri, sottosegretari, parlamentari. È una fabbrica di persone di successo. Anche Ignazio Marino, il sindaco di Roma, viene dalla mia Fondazione”.
Matteo Renzi è indubbiamente intelligente. Mi ha incuriosito, volevo conoscerlo, scoprire che genere di libri legge uno così. Alla fine non l’ho scoperto, ma lui è un ragazzo brillante. Mi ha attaccato all’inizio con la storia della rottamazione. Me ne sono andato dal partito. E se n’è andato anche Veltroni. Dicevano che con i nostri litigi rovinavamo il partito. Ora che ci siamo fatti da parte, nel Pd continuano a litigare. Solo che a differenza di prima questi sono litigi di mezze calzette”.

In ogni caso:

“Berlusconi sa che siamo 15 punti avanti a lui con Renzi leader. E anche se siamo specialisti nel perdere anche quando vinciamo, stavolta non faremo errori”.

Quanto a Berlusconi, D’Alema lo mette al secondo posto nella graduatoria dei leader politici pregiudicati. Al primo c’è Beppe Grillo:

“Berlusconi dovrebbe dimettersi. E prima o poi lo farà. In effetti potrà continuare a fare politica anche fuori dal Parlamento, come insegna Grillo. Grillo non è in Parlamento non perché non vuole, ma perché non può. È pregiudicato per un reato odioso, l’omicidio colposo. Quindi Berlusconi anche come pregiudicato arriva per secondo. Prima Grillo, poi lui. Eppure tutti e due hanno milioni di voti. Perché milioni di italiani odiano i politici, ma amano i pregiudicati, diciamo”.

“Berlusconi non ha altre vie d’uscita che quella di accettare la sentenza e quindi la condanna. Andrà ai domiciliari e poi ai servizi sociali. Con buona pace della falchessa, la signora Santanchè. Siamo alla resa dei conti, al redde rationem. E non per il complotto planetario delle toghe, ma per i reati che ha commesso”.

Caustico su Berlusconi e Grillo, caustico sui giornali, un suo vecchio pallino:

“In Italia la libertà di stampa non esiste. Tutti i giornali appartengono a gruppi del potere economico che li usano non per vendere, ma per attaccare o difendersi. Non per dare le notizia, ma per nasconderle”. “Berlusconi è l’apoteosi del conflitto di interesse. Ma pensate alla Fiat. Sta chiudendo tutte le sue fabbriche in Italia e nessuno lo scrive perché controllano La Stampa e il Corriere della Sera”. “Leggo poco i giornali. Sono fatti dai giornalisti. E siccome sono stato giornalista li conosco bene, ah, ah! Se stanno sotto il 70 per cento di bugie li considero dei giornali accettabili. Ma di solito stanno sopra, molto sopra, e perciò evito di leggerli”. “Tra le tante bugie che scrivono c’è anche quella che riguarda le loro vendite. In dieci anni, i principali giornali italiani a forza di scrivere bugie hanno dimezzato le vendite, ma siccome scrivono bugie, gonfiano i dati della vendite e scrivono ancora una volta il falso raddoppiandosele”. “L’Unità sta per chiudere? Purtroppo è vero, mi dispiace, speriamo che succeda qualcosa, anche se ormai mi sembra difficile…”.

Infine, una chiusa tipicamente “dalemiana” sul suo futuro nel Pd e sulla corrente dei dalemiani:

“Io passo la gran parte del tempo all’estero. Mi chiedono cosa dirò alla prossima assemblea del Pd. Nulla! Quel giorno sarò a New York, pensate, alla Fondazione Clinton. Poi sarò a Cracovia e infine a Bruxelles a parlare di ripresa economica. Non mi occupo molto di Italia, se non tra una vendemmia e l’altra. Mi occupo di grandi questioni internazionali, diciamo”. […] “Francamente chi parla della corrente dalemiana dice una scemenza. I dalemiani non esistono. E comunque neppure io ne faccio parte”.

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