Sanità Puglia: De Santis, amico di D’Alema, tirato in ballo da Tarantini

BARI – Un altro manager “amico” di Massimo D’Alema è finito in una vicenda giudiziaria (dopo Vincenzo Morichini, coinvolto nell’inchiesta degli appalti Enac). Si tratta di Roberto De Santis, che, come hanno scritto Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica sul Giornale, è stato intercettato nell’ambito della “sanitopoli” pugliese mentre parlava con Gianpaolo Tarantini. De Santis, ricordano i due, è anche comproprietario dell’Ikarus II, la barca di D’Alema.

Come scrivono i due, infatti, “«Giampi», mette a verbale di aver conosciuto Frisullo, e la «lady Asl» barese, Lea Cosentino, proprio tramite De Santis. Di conseguenza, su quest’ultimo si accendono i riflettori degli inquirenti. Anche perché Tarantini, tra le tante cose, riferisce che in un incontro tra lui e De Santis a Roma, in piazza Navona, «parlammo di Frisullo, e io dissi che avrei potuto coinvolgere anche Frisullo avendo mandato anche a lui delle donne». Dunque l’imprenditore salentino legato a «Baffino» avrebbe saputo in tempo reale delle «tangenti sessuali» pagate da Tarantini al vicepresidente della Regione”.

Ancora «Gianpi», continuano Chiocci e Malpica, “riferisce di aver parlato con De Santis di «tante iniziative da fare nel mondo della Sanità, ma non se ne è mai concretizzata alcuna». E aggiunge di aver voluto «ricompensare» l’imprenditore dalemiano «delle conoscenze che mi aveva fatto fare»: «Gli pagai – mette a verbale – una vacanza in barca a Saint Tropez nel luglio 2008 pagando l’intero viaggio (10mila euro alla società Mangusta) a lui, a Castellaneta, Francesco Nettis (titolare di una ditta che eroga gas) e delle ragazze loro amiche; gli ho inoltre regalato 2 o 3 orologi costosi del valore complessivo di circa 60mila euro (…) gli ho messo più volte a disposizione macchine, autisti e pagato ristoranti»”.

Come dicono i due cronisti del Giornale, “finisce tutto in una nota che la Gdf invia ai pm baresi a gennaio 2010, in cui «vengono analizzate le dichiarazioni in ordine alle figure e alle condotte di Frisullo, Salvatore Castellaneta (avvocato considerato vicino al dalemiano Nicola Latorre, ndr) e Roberto De Santis». I tre, scrivono gli inquirenti, secondo Tarantini avrebbero «accreditato le aziende» di Gianpi nelle Asl pugliesi, «favorito l’illecita aggiudicazione di gare e appalti» e «fornito copertura “politica e istituzionale” a livello regionale». Quest’ultima, in particolare, è l’attività che gli investigatori ritengono sia stata svolta da De Santis. Opera da lobbista, stile Morichini, non necessariamente inquadrabile in un’ipotesi di reato”. Infatti, continuano Chiocci e Malpica, “De Santis non risulta indagato né vi è notizia di uno stralcio della sua posizione dalle carte dell’inchiesta su Frisullo”.

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