ROMA, 19 APR – ''Non pare'' che ''con il loro provvedimento i giudici della Cassazione abbiano voluto sostituirsi al legislatore o interferire sulle scelte che solo ad esso spettano". Questa e' la parte centrale di una lettera inviata dal segretario generale del Quirinale, Donato Marra, a Carlo Giovanardi e Maurizio Gasparri. Marra ha risposto, su incarico del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, ad una lettera indirizzata al presidente nella quale criticavano alcuni punti della sentenza 4184, con la quale la corte di Cassazione non si sarebbe ''limitata ad affermare la non trascrivibilita' di un matrimonio contratto all'estero da due cittadini dello stesso sesso, ma ha espresso anche opinioni personali su come il parlamento dovrebbe operare in futuro sulla materia".
''Rispondo, per incarico del Presidente della Repubblica, alla lettera nella quale ha lamentato che, nella sentenza 4184/2012, la Corte di cassazione – si legge nella lettera – non si è limitata ad affermare la non trascrivibilità di un matrimonio contratto all'estero da due cittadini dello stesso sesso, ma ha espresso anche 'opinioni personali su come il Parlamento dovrebbe operare in futuro' sulla materia. In più punti dell'articolata motivazione, la sentenza – richiamando le pronunce della Corte costituzionale e della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo – ha ribadito, per un verso, che il divieto di contrarre matrimonio tra persone dello stesso sesso non comporta violazioni dei diritti fondamentali della persona; per un altro che, in base alla Convenzione europea, gli Stati 'non hanno alcun obbligo … di prevedere nel proprio ordinamento anche il matrimonio per coppie dello stesso sesso'; per un altro ancora che, in assenza di specifiche previsioni, tale matrimonio è in Italia inidoneo a produrre qualsiasi effetto giuridico''.
Quindi, dopo aver precisato che giudici della Cassazione non si sono sostituiti al legislatore, la lettera cosi' si conclude: ''resta fermo il diritto di chiunque di criticare le affermazioni contenute nella sentenza e, tra queste, anche quelle relative al diritto della coppia omosessuale alla 'vita familiare', a 'vivere liberamente una condizione di coppia', a ottenere conseguentemente tutela giurisdizionale di specifiche situazioni attinenti ai relativi diritti fondamentali; affermazioni che, secondo alcuni, erano estranee all'oggetto del giudizio e secondo altri, invece, necessarie a spiegare le ragioni per le quali la questione sottoposta all'esame della Cassazione non veniva rimessa alla Corte costituzionale (con riferimento alla violazione degli artt. 2, 3 e 29 della Carta fondamentale)''.