ROMA – Per la nave Diciotti “al momento non c’è un porto, sto andando in ufficio a lavorare. Se c’è gente che ha minacciato e che ha aggredito, non sarà gente che finisce in un albergo ma che dovrà finire in una galera”. Queste le parole del ministro dell’Interno Matteo Salvini, lasciando il vertice a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio in vista della riunione dei ministri dell’Interno Ue in programma a Innsbruck.
La nave Diciotti [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] è l’imbarcazione della Guardia Costiera italiana, che ha caricato a bordo i 67 migranti della nave commerciale italiana Vos Thalassa. Alcuni dei migranti, raccolti dalla Vos Thalassa, si erano ammutinati quando la nave commerciale ha iniziato il suo viaggio verso la Libia e per questo, dopo alcune segnalazioni, erano stati caricati dalla nave della Guardia Costiera italiana. La nave naviga da ieri a cinque miglia all’ora in direzione della Sicilia in attesa dell’indicazione di un porto in cui far sbarcare i migranti.
“Io – prosegue il responsabile del Viminale – non darò autorizzazione a nessun tipo di sbarco finché non ci sarà garanzia per la sicurezza degli italiani che delinquenti, che non sono profughi, che hanno dirottato una nave con la violenza, finiscano per qualche tempo in galera e poi vengano riportati rapidamente nei loro paesi. Fino a che non avrò queste garanzie non ci sarà nessun sbarco”. E a chi gli chiede da chi attenda tali garanzie chiarisce: “Da chi le deve dare, che non è il ministro dell’Interno”.