Matteo Renzi alla Borsa: “Stop capitalismo di relazione. Più trasparenza”

Matteo Renzi alla Borsa: "Stop capitalismo di relazione. Più trasparenza"
Matteo Renzi alla Borsa (Foto Lapresse)

MILANO –  “Basta capitalismo di relazione, il mondo fuori chiede più dinamismo e trasparenza”. Così il premier Matteo Renzi, ha fatto il suo debutto dinanzi alla platea della Borsa Italiana.

“Dovete aprirvi – ha detto Renzi agli imprenditori – Se il capitalismo di relazione è morto, e questa è la nostra scommessa, tocca anche a voi tirare su l’ancora: abbiate il coraggio di aprire le vostre imprese, magari scendere da un 100% e arrivare più in basso. Solo così il Paese diventa grande.

La Borsa – ha precisato – non può essere considerata il doveroso approdo naturale ma uno degli strumenti per aprirsi con trasparenza, apertura e curiosità che sono fondamentali”

Renzi ha inoltre assicurato che entro stasera l’Italicum sarà approvato: la nuova legge elettorale, spiega,

“ha un grande elemento di chiarezza: per cinque anni ci sarà lo stesso governo, e gli elettori – non i partiti – decideranno chi vince”.

Poi è passato ad elencare gli interventi in programma per il sistema produttivo:

“Stiamo rimettendo il Paese in carreggiata, nelle prossime settimane troverà realizzazione il provvedimento per le sofferenze delle banche italiane”.

Il riferimento è alla cosiddetta bad bank che dovrebbe sgravare gli istituti del peso dei crediti incagliati.

Il presidente del Consiglio ha poi parlato anche di fondi pensione:

 “che in Italia sono numerosissimi e spesso piccoli, in molti casi hanno un grado di investimento nel nostro paese che è fra i più bassi a livello europeo, e forse a livello mondiale. Esiste la necessità di una strategia diversa per i fondi: è un tema su cui sta lavorando il ministro Padoan e credo che sarà un argomento su cui discutere molto nei prossimi mesi”.

Un accenno anche al Jobs Act, dopo 63 anni di governi immobili:

“La priorità del nostro governo è realizzare un pacchetto di riforme non particolarmente inedito, perché è quello che altri paesi hanno fatto prima di noi. Se il Jobs act fosse stato fatto quando lo ha fatto la Germania di Schroeder –  afferma Renzi – il sistema sarebbe più proattivo”.

Ad accoglierlo la parterre delle grandi occasioni. All’evento in Borsa hanno partecipato i principali banchieri italiani, tra cui l’ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, il presidente del Cdg di Intesa Sanpaolo, Gianmaria Gros Pietro, il vertici di Mps, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, i presidenti di Bpm, Mario Anolli e Piero Giarda. Tra gli altri, anche il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, il presidente delle Generali, Gabriele Galateri, l’ad di Italcementi, Carlo Pesenti, e Lapo Elkann. Presente anche il mondo dell’editoria con il presidente del gruppo L’Espresso, Carlo De Benedetti, e l’ad di Mondadori, Ernesto Mauri.

Gestione cookie