ROMA – La minaccia arriva forte e chiara nella serata del 21 gennaio mentre Matteo Renzi è riunito con i deputati del Pd. Si parla di riforme e il neo segretario attacca:
“Il passaggio di oggi è decisivo, senza riforme la legislatura rischia”.
Parole appena attenuate da quelle che seguono: “Il Pd è centrale, se riusciamo facciamo tutti insieme le riforme”.
La sostanza è che il segretario intende andare avanti dritto sulla sua strada, nonostante le dimissioni di Gianni Cuperlo, il malcontento di parte del partito. Quella legge elettorale uscita dall’accordo con Berlusconi Renzi non la vuole toccare:
“Per me se non si tocca il premio di maggioranza e il ballottaggio, fate quel che vi pare. Se siete più bravi vi presto la mia stanza. Se c’è accordo con tutti per modificare e migliorare la legge sono felice”.
E chi non è d’accordo, come Scelta Civica che con le soglie di sbarramento rischia la scomparsa dal Parlamento che verrà, “si arrangi”. Il clima coi deputati Pd, dopo il duro scontro con Cuperlo, stavolta è più disteso. Al punto che Renzi è protagonista di un siparietto con Rosy Bindi: la deputata chiede alcune correzioni alla proposta, tra cui la soglia al 38, una soglia d’accesso più bassa e no alle liste bloccate. “Diglielo tu a Berlusconi”, propone Renzi. “Proprio a me mi ci vuoi mandare?”, ribatte l’ex presidente del Pd, più volte presa di mira dal Cavaliere.
Il segretario torna a parlare anche delle dimissioni di Cuperlo:
”Mi dispiace per la scelta di Gianni: qualcuno mi ha detto che dovevo chiedergli di rinunciare alle dimissioni. E’ una liturgia che non mi appartiene, e per quel che ne so neanche a Gianni”
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