Matteo Renzi, 2° giorno di convention tra le proteste: “No al Big bluff”

FIRENZE – Secondo giorno di lavori per il “Big bang” di Matteo Renzi. Secondo giorno che si apre tra le contestazioni, all’ingresso dell’ex stazione Leopolda, di circa 200 lavoratori che protestano contro le misure adottate da Renzi in qualità di sindaco di Firenze.

Tra i contestatori ci sono i dipendenti Ataf, del trasporto pubblico locale, che contestano la privatizzazione dell’azienda: “L’Ataf non si vende”, dicono mostrando un cartello con Renzi e Cetto La Qualunque. Le associazioni dei disabili che protestano in carrozzella contro le misure e i provvedimenti adottati per la pedonalizzazione di piazza Pitti e di via Tornabuoni, i dipendenti comunali che hanno cartelli e slogan e le educatrici precarie degli asili nido la cui gestione, affermano, “Renzi appalta a cooperative esterne”. Slogan, cartelli, striscioni accompagnano la protesta: “Firenze è precaria”, “No al Big Bluff” e la maglietta “Renzi il sindaco che la destra ci invidia”. Protestano anche i lavoratori del Maggio con un enorme striscione con un grande autobus guidato da Berlusconi, e dietro, tra i passeggeri, la soprintendente Colombo con il suo cane e Renzi.

Verso le 12 è arrivato, a sorpresa, alla convention dei rottamatori in corso alla Leopolda, Pippo Civati, che lo scorso hanno aveva organizzato con Matteo Renzi ‘Prossima fermata Italia’. Quest’anno pero’ i due si sono ‘separati’, organizzando due manifestazioni diverse: ‘Big Bang’ di Renzi a Firenze, ‘Il nostro tempo’ a Bologna per il consigliere regionale lombardo. E’ stato Renzi, dal palco, ad annunciare l’arrivo di Civati e subito c’e’ stato un applauso della platea. ”E’ una sorpresa – ha detto Civati rispondendo ai giornalisti -. Bisogna dare segnali forti, un messaggio al Paese, che non continuano i personalismi, le ripicche e gli scherzi. C’e’ chi e’ stato dappertutto, a Bologna, a L’Aquila, a Firenze, come me, e chi non e’ stato da nessuna parte: chi e’ mettetelo voi”, riferendosi a Renzi. ”Quello che manca a Matteo – ha proseguito – e’ un rapporto con la politica, non piu’ civile, nel senso che ci si offende per tutto, ma piu’ denso. La societa’ non e’ fatta tutta da dinosauri: il dinosauro piu’ grosso e’ a Palazzo Chigi e non se ne va”.

Se l’arrivo di Civati ha fatto correre un brivido dentro la platea è con Chiamparino che la Lopolda si scalda veramente. Il suo discorso è applauditissimo, al punto da far chiedere a qualcuno un bis perché cinque minuti non bastano: qui tutti vorrebbero ascoltare più a lungo quello che ha da dire l’ex sindaco di Torino. “Non si può andare a votare con questa legge elettorale – ha esordito – oltre che vincere bisogna porsi il problema di governare”. “La lettera di Draghi e Trichet – continua Chiamparino – ci dice quello che dobbiamo fare e dimostrare: risanare il paese mettendo l’equità sociale al primo posto anche sulla questione dei licenziamenti. Mi domando se non è di sinistra portare sotto il 30% le partecipazioni dei Comuni nelle Spa e utilizzare il resto per realizzare asili nido.” E poi: “Sono colpito dallo spirito della Leopolda ma c’è un problema, ha conclus può pesare nella vicenda politica e nel Pd”.

Parisi. Molto applaudito anche l’intervento del prodiano Arturo Parisi, parlamentare, sicuramente tra i più anziani in sala. “Era impossibile per me non venire a sentire e a vedere la vita che scorre qui dentro”, dice prima di salire sul palco. “Renzi è una delle persone che sto seguendo perché bisogna ascoltare chi è in campo e non chi non c’è. Candidarsi al governo però è un obiettivo molto alto e bisogna unire alla forte personalità una coalizione e un programma di governo. Voglio capire quale sia la proposta di Renzi”. “Qui si parla di futuro”, ha detto dal palco Parisi, “Tutto deve iniziare, se inizia, da un braccio che si alza, da una persona che dice: io ho fatto un sogno, io ho un’idea per l’Italia di domani, mettiamo a confronto i nostri sogni e poi mettiamoli insieme. In tutto questo la parola che conta è “io”.

Franceschini. “Su Twitter c’è un certo Dario Franceschini che scrive”. Così, sorridendo, Matteo Renzi ha letto alla platea riunita alla Stazione Leopolda di Firenze il messaggio postato dal capogruppo del Pd alla Camera. “Dalla Leopolda arrivano energie e idee che arricchiscono il Pd. Si può non condividerle, ma come si fa ad averne paura anzichè dire grazie?”, ha scritto Franceschini. Un messaggio apprezzato dalle oltre 1000 persone presenti in platea che lo hanno accolto con un applauso.

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