Matteo Renzi che “le sparava grosse”. E a 17 anni voleva cacciare Forlani

 

Matteo Renzi che “le sparava grosse”. E voleva cacciare Forlani
Matteo Renzi nel 2010 (Foto Lapresse)

FIRENZE – Matteo Renzi al liceo era chiamato “il Bomba” perché “le sparava grosse”, ha raccontato un suo ex compagno ad una emittente fiorentina, Lady Radio. Alle superiori il futuro sindaco di Firenze voleva persino cacciare Arnaldo Forlani, ci informa Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera. 

“Forlani ha commesso molti errori, anche nella formazione delle liste, e dovrà passare la mano, com’è giusto che sia per un segretario che perde il 5%. La Dc deve veramente cambiare, in modo netto e deciso, mandando a casa i Forlani, i Gava, i Prandini e chi si oppone al rinnovamento...”, 

scriveva nel 1992 sul giornale del liceo ginnasio Dante di Firenze, “Il divino”. Allora aveva 17 anni, ma la voglia di rottamare, l’ambizione e una certa supponenza sono quelle del 2014.

Dopo il liceo classico Renzi si è laureato in giurisprudenza con 109. Scrive Cazzullo:

“mancò il 110 perché discutendo la tesi litigò con il relatore”.

L’inglese lo parla con accento toscano e non ha fatto master all’estero. Ma è sempre stato sveglio: in prima elementare dopo un mese la maestra lo promosse a passare in seconda.

Il padre, Tiziano, era un piccolo imprenditore poi diventato consigliere comunale della Dc.

Scrive Cazzullo:

Il più giovane presidente del Consiglio è nato l’11 gennaio 1975 a Rignano sull’Arno, 9 mila abitanti, 23 chilometri da piazza della Signoria. Il padre Tiziano (…)  e la madre Laura Bovoli vivono in un palazzone di via Vittorio Veneto, con la primogenita Benedetta di tre anni (nel 1983 arriverà Samuele e nel 1984 Matilde, l’unica impegnata nei comitati elettorali del fratello).

(…) Serve messa a don Giovanni Sassolini, parroco di Santa Maria Immacolata. Gioca stopper nella Rignanese, ma riesce meglio come arbitro e come radiocronista. (Ancora l’anno scorso, in una partita di beneficenza, ha preteso di tirare un rigore: parato, per giunta dal sottosegretario Toccafondi, alfaniano). Si fa eleggere rappresentante di classe. Entra negli scout. Guida un gruppo in una gita in Garfagnana: si perdono in un bosco, passano la notte all’addiaccio. I compagni lo chiamano «Mat-teoria», perché parla parla ma poi a lavorare sono sempre gli altri. Il capo scout Roberto Cociancich scrive: «Matteo ha doti di leader. Lo vedremo crescere». Oggi Cociancich è senatore pd, inserito nel listino in quota Renzi.

Nel 1994 partecipa, sulle reti di Silvio Berlusconi, alla “Ruota della fortuna” con Mike Bongiorno, vincendo 48 milioni in 5 puntate.

Nel 1995 fonda a Rignano un circolo in sostegno di Romano Prodi. Nel 1999 sposa Agnese Landini, conosciuta agli esercizi spirituali nell’Agesci.

Arrivato alla Provincia di Firenze inventa la kermesse culturale “Il Genio fiorentino”, la società di comunicazione Florence Multimedia, e Florence Tv.

Nel 2009 si candida alle primarie per Palazzo Vecchio, e batte il prescelto Lapo Pistelli:40,5% contro 26,9. Supera al ballottaggio il portiere Giovanni Galli e diventa sindaco.

Per prima cosa elimina le auto blu, poi pedonalizza piazza Duomo. Elimina i comunicati stampa: parla direttamente tramite Facebook e TwitterNomina dieci assessori, cinque uomini e cinque donne.

Scrive Cazzullo:

Oggi non ne è rimasto neanche uno. Il sindaco li ha sempre scavalcati, parlando direttamente con i funzionari. Quando intuisce che qualcuno passa informazioni riservate ai giornalisti, per scovarlo racconta con tono da cospiratore a tre assessori tre piani diversi per il traffico: individua così il colpevole.

Il presidente di Confindustria Firenze, Giovanni Gentile, critica la sua proposta di introdurre la tassa di soggiorno, lui replica: «Gentile conta come il presidente di un club del burraco».

In una vecchia stazione ferroviaria, la Leopolda, riunisce i giovani del partito, affida il format a Giorgio Gori e la regia a Fausto Brizzi. Dice che la classe dirigente del Paese va «rottamata», come le automobili. La settimana dopo, va a pranzo da Berlusconi ad Arcore. «Per Firenze questo e altro» si giustifica.

Nel 2012 sfida Pierluigi Bersani e perde. L’anno dopo vince le primarie. Il resto è cronaca di questi giorni.

 

 

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