ROMA – Primo giorno di consultazioni per il premier incaricato Matteo Renzi con un trittico di no arrivato tutto insieme da parte di Lega, Sel e M5s che però in tarda serata ha deciso a maggioranza di presentarsi almeno all’appuntamento. Ci sarà Beppe Grillo, e M5s ha già chiesto e ottenuto lo streaming dell’incontro. L’unico sì, quello che conta, è quello di Angelino Alfano al quale Renzi ha dovuto strappare almeno una fiducia sub judice, con riserva nel qual caso il nuovo esecutivo non viri troppo a sinistra. Eventualità che si è verificata con il no di Vendola. L’unica condizione messa da Alfano “è che non ci sia la tassa patrimoniale”.
Queste le parole di Alfano: “No ad un governo di sinistra o di centro sinistra noi volgiamo che nasca con la stessa maggioranza che ha sostenuto il governo di Enrico Letta se si allarga a sinistra per noi non va bene. E’ emerso chiaramente che Vendola non c’è’, il primo scoglio è superato”.
“Mai la patrimoniale. Se si ha in mente di fare la patrimoniale, il Nuovo Centrodestra non è disponibile”.
Altra condizione di Alfano: “Alla Giustizia vogliamo un garantista. Non potremmo far parte di un governo che mette un giustizialista alla Giustizia”.
Secco è stato il no di Matteo Salvini che non ha trovato neppure un punto d’incontro col segretario, men che meno sullo ius soli. Di principio il rifiuto di Nichi Vendola che, seppur condividendo diversi dei temi in agenda, si è detto indisponibile ad “un altro governo fondato sul compromesso tra centrodestra e centrosinistra”, salvo poi precisare che “Sel non farà opposizione faziosa e pregiuziale”. E il Movimento 5 Stelle forse neppure si presenterà all’incontro.
L’appuntamento coi grillini sarebbe fissato per domani, intanto Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio si affidano alla Rete e chiedono agli iscritti se partecipare o meno a quelli che già in partenza definiscono “colloqui-farsa”. L’invito a partecipare è apparso sul blog del comico: si vota oggi, 18 febbraio, dalle 15:30 alle 22.
Perentorio invece è stato il no della Lega Nord: “Con Renzi non ci siamo trovati d’accordo su nulla”, registra il segretario del Carroccio, Matteo Salvini, al termine dell’incontro col premier incaricato. Con la faccia scura Salvini ha detto: “Se Renzi verrà in Parlamento per riaccentrare competenze e soldi noi non ci siamo e la Lega è dall’altra parte della barricata”. “Mai abbiamo pensato – ha proseguito – di dare un voto a un governo che esce dal Palazzo e meno che meno a un governo di sinistra. A differenza di M5S – ha sottolineato però – abbiamo voluto portare le nostre proposte ma ora rimane la via della battaglia Paese per Paese”.
Renzi intanto si può consolare del sì di Scelta Civica, pronta a “partecipare profondamente alla fase di cambiamento radicale del Paese”. La strada però sembra ancora tutta in salita e se le riforme sono già tutte allineate sul lungo l’orizzonte di Renzi, la sua squadra di governo fatica a comporsi, si è dato tempo fino a venerdì.
Mercoledì sarà la volta di Forza Italia, con Berlusconi in delegazione, e del Pd. Intanto in pausa pranzo, Renzi ha incontrato Gianni Cuperlo, che gli avrebbe consegnato un documento messo a punto dalla minoranza Pd per orientare la politica economica dell’esecutivo.
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