ROMA – Matteo Renzi, “rottamatore” contro i “gufi e rosiconi“. Con buona pace dei linguisti, ministra Giannini compresa (che ha criticato la rapidità con cui Renzi sta cercando di modificare il Senato). Gli ultimi epiteti, il presidente del Consiglio più giovane della storia d’Italia li ha dedicati a coloro che “sperano che l’Italia vada male”.
Rosicone, termine romanesco per indicare chi “rosica dentro”, chi si logora nell’invidia, è stato persino introdotto nella nuova edizione 2014 del vocabolario Zingarelli, insieme ad altri termini di conio renziano come il celeberrimo “rottamatore”.
La parola, in realtà, era nell’aria da tempo. Diffusa nell’Italia centrale, era stata usata già dalla “Iena” Ilary Blasi, moglie del romanissimo Francesco Totti, che aveva ammesso di essere “una tipa un po’ rosicona”. Poi un calciatore come Rino Gattuso, calabrese doc, se ne era appropriato, definendo “rosiconi” gli avversari della nazionale francese. E spiegazione più chiara di questa difficilmente si può trovare.
Recentemente l’epiteto era diventato bipartisan con l’uso da parte dell’onorevole di Forza Italia Mara Carfagna all’indirizzo dell’ex premier Mario Monti. La ex ministra l’aveva perfino trasformato in un hashtag ad hoc: #Montirosicone.
La definizione di “gufi” è forse più chiara ma altrettanto gergale di “rosiconi”. Il verbo “gufare” è addirittura riportato nell’enciclopedia Treccani, che però precisa trattarsi di un termine del linguaggio giovanile. Il significato?
“Essere causa di sfortuna, fare l’uccello di malaugurio, portare iella, (pop.) portare sfiga (o, fam., sfortuna)”.
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