ROMA – Matteo Renzi contro M5S: “Lavorate invece di protestare”. Grillo: “Cabarettista”. Scambio di accuse tra Movimento 5 Stelle e Matteo Renzi, ognuno contesta all’altro di parlare tanto ma lavorare poco, bassa produttività a dispetto di una presenza mediatica ingombrante e rumorosa.
Aveva iniziato Matteo Renzi che, parlando al Tg1 esortava Beppe Grillo “a smetterla di fare manifestazioni e faccia lavorare i suoi 150 parlamentari” dopo l’annuncio di un nuovo Vaffa day il primo dicembre a Genova. Il blog di Beppe Grillo, per tutta risposta, ha pubblicato un post del vicepresidente della Camera e deputato M5S Luigi Di Maio in cui invita il sindaco di Firenze a dimettersi per le troppe assenze in consiglio comunale. E in cui gli dà anche del “cabarettista”.
“Renzi accusa il MoVimento 5 Stelle di lavorare poco in Parlamento e costare troppo. Gli propongo di guardare le nostre presenze in aula, di valutare il nostro indice di produttività su emendamenti, leggi e interrogazioni e di confrontarlo con i 42 milioni di euro di rimborsi elettorali a cui abbiamo rinunciato (oltre al milione ogni tre mesi di nostri stipendi)” scrive Di Maio che aggiunge: “Poi si vada a guardare le sue presenze nel consiglio comunale di Firenze dove ormai fa il ‘Sindaco ombra’ (neanche 1/3 delle presenze dall’inizio dell’anno), infine si legga il numerino in fondo alla sua busta paga e si dimetta per decenza. Il collocamento dei cabarettisti osserva orari d’ufficio per sua informazione”.
Per nulla turbato dalla polemica, il sindaco ha incontrato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alla Prefettura di Firenze. Dopo il colloquio, durato circa 40 minuti, Renzi ha inforcato la bicicletta con la quale era arrivato, senza fermarsi a parlare con i giornalisti.
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