Matteo Renzi non convince l’Irish Times: è un altro “uomo della Provvidenza”

Matteo Renzi non convince l'Irish Times: è un altro "uomo della Provvidenza"
Matteo Renzi non convince l’Irish Times: è un altro “uomo della Provvidenza” (LaPresse)

ROMA – Matteo Renzi non convince gli irlandesi. L’Irish Times, uno dei maggiori quotidiani di un Paese a lungo povero e cattolico come il nostro, fa il punto della stagione politica che sta vivendo l’Italia sotto il cielo di Renzi premier. Una stagione in cui tutti, a partire da Papa Francesco per finire con l’ex sindaco di Firenze, parlano di “cambiamenti radicali”.

Scrive Paddy Agnew, corrispondente da Roma per l’Irish Times: “Il tempo ci dirà quanto saranno “radicali” questi cambiamenti (e, nel caso di Renzi, abbiamo seri dubbi) […] La comparsa sulla scena di un energico, molto comunicativo, apparentemente ben motivato trentanovenne nel ruolo di un primo ministro è sembrato qualcosa tipo uno shock culturale. Per anni, l’Unione Europea si era abituata ad avere a che fare con sofisticati, eleganti e spesso attempati leader italiani, del tipo “uomini senza faccia con l’abito scuro”. E se non era uno di loro, era il tycoon delle tv Silvio Berlusconi. […]

Quindi Renzi è veramente qualcosa di diverso? Guardando solo l’aspetto esterno, è sembrato che abbia prodotto un cambiamento delle proporzioni di un terremoto quando si è insediato lo scorso febbraio. Metà dei membri del suo governo sono donne, con un età media di 47 anni. Questa è una cosa “radicale” in un Paese dove nessuna donna è mai stata presidente del Consiglio o della Repubblica e dove l’attuale presidente Giorgio Napolitano ha 89 anni e il leader dell’opposizione di centrodestra Berlusconi ne ha 77.

E inoltre, ministri donne come Maria Elena Boschi (33 anni), Marianna Madia (34), Federica Mogherini (41) e Roberta Pinotti (53) guidano importanti ministeri come le Riforme Costituzionali, la Pubblica Amministrazione, gli Esteri e la Difesa.

Aggiungici poi lo stile Obama di Renzi, la sua ascesa al potere all’insegna dei social incentrata su un impegno “Yes we can” per un cambio dell’assetto costituzionale e per una riforma elettorale, delle quali si avverte un urgente bisogno […]

Già, ma il problema è che non tutto è come sembra. Per cominciare, Renzi è arrivato al potere non passando dalla cabina elettorale ma attraverso una manovra di palazzo delle più subdole. Un momento prima aveva twittato al suo collega di partito, il presidente del Consiglio Enrico Letta, che non aveva nulla da temere da lui; nel giro di pochi giorni gli ha sfilato la poltrona di primo ministro.

Molto più preoccupante il fatto che, pochi giorni dopo essersi insediato alla guida del Partito Democratico, Renzi ha siglato un patto segreto con Berlusconi per cambiare l’assetto costituzionale e la legge elettorale. Insomma, abbiamo un politico locale, che, senza essere stato eletto da un voto nazionale (Renzi tuttora non è un deputato), stipula un patto segreto di importanza potenzialmente enorme con un politico che solo poche settimane prima era stato espulso dal Senato in seguito a una condanna per evasione fiscale.

Se la tua intenzione era quella di portare cambiamenti significativi, di certo avresti cominciato a farlo con chiunque tranne che con il condannato, molto indagato e molto discreditato Berlusconi. In vent’anni di vita politica, Berlusconi ha dimostrato una notevole capacità di vincere le elezioni e di curare i suoi affari anche da premier – ma non ha quasi mai governato bene, sia in termini di contributo al bene comune, sia in termini di contributo al benessere economico generale.

Renzi è in sella da solo cinque mesi, quindi potreste obiettare che questi giudizi su quello che potrebbe combinare sono premature. Ma la realtà è che uno che aveva imparato a guidare solo piccoli gommoni è stato fatto capitano di una nave grande quanto la Costa Concordia. Andrà a sbattere contro le rocce? Il vostro corrispondente si ricorda le violente critiche che subì dai lettori di questo giornale quando vent’anni fa si azzardò a criticare gli italiani per aver mandato al governo un altro “uomo della Provvidenza” come Berlusconi…”

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