Matteo Renzi mina vagante per il governo Letta. Anche D’Alema incontrò Kohl…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Luglio 2013 - 11:12 OLTRE 6 MESI FA
Matteo Renzi mina vagante per il governo Letta. Anche D'Alema incontrò Kohl...

Matteo Renzi mina vagante per il governo Letta. Anche D’Alema incontrò Kohl… (LaPresse)

ROMA – Matteo Renzi è scatenato a destabilizzare il governo guidato da Enrico Letta. Spara contro le possibilità di durata delle “larghe intese” e alimenta un caos politico del quale è difficile intravederne la necessità per l’Italia.

Tornato da Berlino dove ha incontrato Angela Merkel, un incontro del quale lui dice di aver avvertito tutti (“Letta lo sapeva da un mese”) ma del quale nessuno dice di essere stato informato, Renzi continua col gioco delle smentite. Dal palco della Festa dell’Unità di Carpi, tutte le agenzie di stampa riportano queste dichiarazioni del sindaco di Firenze:

“Io non credo che questo accordo col Pdl possa andare avanti molto: io voglio bene a Letta, ma tutti i giorni deve parlare con Brunetta e Schifani. Detto questo se fa bene io sono l’uomo più felice del mondo,anzitutto come cittadino italiano”.

Dichiarazioni poi smentite da Marco Agnoletti, portavoce di Renzi:

“La frase “il Governo non durerà molto” non è mai stata pronunciata da Matteo Renzi. È inaccettabile che si continui così, cioè ad attribuire a Matteo parole che in realtà non ha mai detto. Tra l’altro si tratta di un intervento pubblico, mandato anche in diretta televisiva: basta andare a controllare sul sito web del Pd di Modena, rivedere l’intervento di oggi a Carpi e capire bene i contenuti, veri, del suo discorso. I giornali, e anche i tanti cittadini presenti, lo sanno bene. Non è la prima volta che accade, ora basta. Matteo Renzi dice sempre in modo chiaro ciò che pensa: non abbiamo bisogno di manipolazioni, distorsioni o di libere interpretazioni non richieste”.

Parola più, parola meno, quello che è chiaramente percepibile è che Renzi scalpita, senza farsi molti scrupoli sulla tenuta del governo e del Pd. Un comportamento che a Fabrizio Rondolino sul Giornale ha ricordato quello di un suo “nemico”: Massimo D’Alema. Rondolino era uno dei consiglieri più fidati del “lìder maximo” nel 1997, quando D’Alema incontrò in gran segreto a Bonn il cancelliere Helmut Kohl. D’Alema allora era il segretario del Pds e molti sono i punti in comune fra quello e questo incontro italo-tedesco:

“Renzi ha seguito alla lettera le orme del maestro. Che nel 1997, in gran segreto e mentre Prodi sedeva a palazzo Chigi, aveva incontrato a Bonn il cancelliere Kohl. Le somiglianze sono impressionanti. Uguali le modalità: un incontro privato, senza annunci né conferenze stampa, comunicato ai giornali soltanto dopo la sua conclusione. Uguali le reazioni polemiche e l’impatto politico sul centrosinistra – nel ’97 il Polo della libertà parlò di «diplomazia parallela di un superpresidente» e Mastella si chiese ironicamente chi fosse il capo del governo – e uguali tanto l’imbarazzo creato a palazzo Chigi quanto le dichiarazioni impiegate per occultarlo: «Palazzo Chigi era informato e favorevole». Sì, certo: informatissima, allora come adesso. Ma chissà quanto davvero «favorevole».

[…] Tanto più che proprio il giorno successivo – il 7 febbraio – a Bonn sarebbe arrivato Prodi con mezzo governo (fra cui Ciampi e Dini) proprio per discutere con Kohl il destino dell’euro. L’anticipo di D’Alema fu percepito come il segno di un primato politico che a palazzo Chigi non piacque per nulla. L’incontro con Kohl durò un’ora e mezza, il doppio del previsto, e si concluse con uno scarno comunicato di due righe, diramato a metà pomeriggio e destinato a conquistare la prima pagina dei giornali. In realtà l’incontro a D’Alema servì soprattutto – e qui di nuovo c’è un’analogia con la visita di Renzi alla Merkel – per conoscere personalmente il cancelliere (allora come adesso presidente de facto dell’Europa) e, soprattutto, per farsi conoscere da lui […].

Come poi andarono le cose, è noto a tutti: entrata l’Italia nell’euro, l’Ulivo cominciò a sfaldarsi sul lato sinistro, e nell’ottobre dell’anno successivo Rifondazione comunista votò contro il governo e lo fece cadere. Poco più di un anno e mezzo dopo il viaggio segreto a Bonn, Massimo D’Alema sedeva a palazzo Chigi. Chissà se a Renzi servirà tutto questo tempo”.