ROMA – “Non prendo ordini dall’Europa” tuona Renzi mentre partecipa con la moglie Agnese alla Route nazionale degli scout a San Rossore, in provincia di Pisa.
Il colloquio riportato da La Stampa
Il crollo del Pil, dunque, l’Italia in recessione e l’allarme di Mario Draghi. Renzi ne parla, come sempre, senza fronzoli. “La frase di Draghi è: se non fa le riforme, l’Italia non è attrattiva per investimenti esteri. Bene: questa è la linea anche mia e di Padoan. Siamo d’accordo, nessun problema. Ma se qualcuno vuole interpretarla e far intendere che l’Europa deve intervenire e dire all’Italia quel che deve fare, allora no, non ci siamo. Oggi non è l’Europa che deve dire a noi cosa fare. Il Pd ha vinto le elezioni, è il partito che ha preso più voti in Europa, io e il governo siamo usciti più forti dal test di maggio e non abbiamo bisogno di spinte da Bruxelles: minimamente. Sono gli Stati, anzi, a dover indicare alla Commissione via e ricette per venir fuori dalle secche”.
E ancora: “Negli ultimi due mesi noi abbiamo fatto in Italia 108 mila posti di lavoro in più, sono 108 mila persone che hanno trovato lavoro e non lo avevano”.
Esclude il voto anticipato, ma mostra sicurezza: “Credo di esser l’ultimo ad aver paura del voto perché personalmente mi converrebbe, porterei tante persone a me vicine in Parlamento. Ma quella avviata non è una battaglia che devono vincere i renziani: la deve vincere il Paese”.
È evidente che aver coinvolto Berlusconi nel processo di riforma è stata una mia, personale scelta: contestata duramente, lo so bene, dentro e fuori il Pd. Se lui non ci fosse stato, è chiaro, avremmo fatto le riforme con altri: ma io credo che, per metodo, vadano fatte con le opposizioni, con i nemici, piuttosto che con gli amici”.
“La cosa positiva del Senato – continua Renzi – è che finalmente i politici cambiano sé stessi. Questo vuol dire che non c’è più potere di rendita per nessuno. Bisogna cambiare tutti”.
Sul Pil, ”discuto volentieri di quei dati perché paradossalmente mi aiutano a dire con più forza: dobbiamo andare avanti con le riforme. Però devo esser sincero e dirla tutta: la drammatizzazione del Pil è qualcosa che rispetto ma non condivido. Infatti non è che l’Italia sia rientrata in recessione: non ne è mai uscita”, sottolinea Renzi. ”Noi stiamo facendo cose importanti, che daranno frutti nel tempo: la riforma della Pubblica amministrazione curata da Marianna Madia, assieme alla semplificazione fiscale, saranno una rivoluzione; e l’intervento di Poletti sul lavoro ha creato 104mila nuovi occupati, dei quali – chissà perché – nessuno parla”.
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