ROMA – Per quanto riguarda il lavoro, e su come fare posti di lavoro, la Germania è il modello e l’esempio al quale Matteo Renzi intende ispirarsi. Lo dice il premier nella conferenza stampa in cui ha presentato i mille giorni, ovvero il programma di riforme che in circa 3 anni dovrebbe portare l’Italia fuori dalla crisi. “Sul lavoro la Germania è un nostro modello, non un nostro nemico”. Ci si deve rendere conto della necessità di “rendere il nostro mercato del lavoro come quello tedesco”.
Mille giorni, dunque, per le riforme. Con date precise e un countdown pubblicato su un apposito sito (www.passodopopasso.italia.it) per verificare i risultati. Il tutto per combattere “l’annuncite”, come definisce Matteo Renzi la tendenza ad annunciare riforme senza però portarle a termine.
“Oggi è la partenza dei mille giorni – ha detto Renzi -. La presenza del countdown e della verificabilità dei risultati è la grande rivoluzione nella politica italiana: nel momento in cui sei accusato di ‘annuncite’, malattia tipica di parte del ceto politico, rispondiamo con l’elenco di date a cui siamo auto-costretti”.
Sul sito inoltre si potrà verificare, a detta di Renzi, la distribuzione e l’uso dei fondi europei, spesso non utilizzati per intoppi burocratici.
“Ho chiesto al ministro Boschi e a Delrio di aggiornare il numero dei decreti attuativi e lo strumento dei fondi europei costantemente sul sito. Entro 1000 giorni saremo un Paese civile se non avremo arretrati sui dl attuativi e se i denari non saranno realmente dispersi come talvolta abbiamo suoi fondi europei”.
“Cosa prevede il nostro lavoro? Oggi parte il countdown, oggi è il giorno zero. Ne restano mille. ogni giorno ci saranno elementi nuovi”, continua Renzi in conferenza stampa a Palazzo Chigi. “Su questo saremo giudicati a maggio 2017”.
Le riforme, specifica Renzi, faranno rimanere l’Italia entro il 3% del rapporto deficit/Pil come chiede l’Europa. E poi: “La Bce il 18 settembre darà 200 miliardi di euro alle banche perché li diano alle imprese, noi vigileremo perché le banche diano soldi alle imprese”.
Renzi parla anche del bonus 80 euro, confermando che i lavoratori dipendenti continueranno a trovarlo in busta paga anche nel 2015 e oltre. Il premier spiega anche di volerlo allargare ad una platea più alta anche se con alcuni limiti:
“Non torniamo indietro sugli 80 euro: cercheremo di allargare il bonus”, senza però creare “false aspettative”. “80 euro?Altro che mancia elettorale, sono una scommessa politica che può piacere o meno, ma sono la più grande riduzione di tasse mai fatta e di aiuto al ceto medio. Si potevano dare ad altri? noi riteniamo che si debbano dare la ceto medio per aiutare i salari dei lavoratori”.
Altra questione: c’è un rimpasto di governo in vista con l’uscita di Federica Mogherini dalla squadra di governo? Renzi non si sbilancia:
“Un ministro ragionevolmente lascerà questo governo il 25 o 26 ottobre dopo il voto del Parlamento Europeo. Da un paio di giorni prima inizieremo a pensarci. Fino ad allora Federica Mogherini è il ministro” degli Esteri. “Non c’è nessuna discussione di rimpasto”.
In merito alla riforma del lavoro “il problema non è l’articolo 18, non lo è mai stato e non lo sarà. L’articolo 18 “riguarda tremila persone in Italia ma è caratterizzato da anni e anni come l’unico problema delle tematiche giuslavoristiche”, aggiunge il premier. “Con la delega” sul lavoro “riscriviamo lo statuto dei lavoratori, cambiamo gli ammortizzatori sociali, il che vuol dire guardare la luna anziché il dito”. Così il premier Matteo Renzi, che aggiunge: “Il contratto a tutele crescenti è uno strumento su cui credo ci possa essere un’ampia maggioranza in ambito parlamentare”.
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