ROMA – La passione di Matteo Salvini per le divise rischia di sfociare in un serio incidente istituzionale. Il vicepremier e ministro dell’Interno si è infatti presentato col suo inseparabile giubbotto blu della polizia pure alla Camera. Un comportamento che non ha precedenti nella storia repubblicana e che ha fatto scattare la protesta sdegnata delle opposizioni.
Il primo a insorgere è stato il capogruppo Pd in Commissione Bilancio, Luigi Marattin che su Twitter denuncia: “La forza pubblica, compresa la polizia giudiziaria, non può accedere alle Aule della Camera. Le funzioni di polizia sono svolte da parlamentari chiamati “questori”. Oggi però una divisa alla Camera è entrata: la indossava il Ministro degli Interni. Va tutto bene?”
Più esplicito l’attacco di Pippo Civati (Possibile) che accusa Salvini di aspirazioni dittatoriali: “Citazioni fasciste disseminate in ogni intervento, contiguità quando non sovrapposizione con l’estrema desta nostalgica e un ingresso in Transatlantico in divisa. Tre inquietanti indizi fanno una pessima prova”.
Enza Bruno Bossio si è invece rivolta al presidente della Camera Roberto Fico: “Vorrei richiamare il presidente della Camera alle sue prerogative a difesa di questa istituzione. In questa istituzione non è consentito a nessuno di entrare nell’Aula o anche nel Transatlantico in divisa. Farlo è un gesto di una gravità assoluta che ricorda i Paesi dove non vige la democrazia: si presentano in divisa i dittatori non i deputati o i senatori”.
Un gesto, quello di Salvini, tanto più fuori luogo se, come denuncia Daniele Tissone, segretario generale del sindacato di polizia Silp Cgil, poi mancano le divise alle forze dell’ordine. “Nell’ultima legge di Bilancio – ha detto – sono stati tagliati 2 milioni di euro che servivano per vestire i nuovi agenti in uscita dai corsi di formazione”.
“Ai ben forniti guardaroba di felpe e polo della polizia sfoggiati spesso da chi non appartiene alla nostra amministrazione – è l’affondo di Tissone – corrisponde oggi una mancanza di risorse per le divise dei nuovi agenti tanto che la nostra amministrazione si troverà costretta, nel 2019, a vestire poliziotti appena entrati in servizio sottraendo risorse (33 milioni di euro complessivamente a disposizione per il personale già in forza), a chi soffre già, da anni, di tali croniche carenze”.
“La sicurezza – conclude il segretario del Silp – non si fa con i post su Facebook, ma con risorse reali per le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori in divisa. La legge di bilancio ha stanziato meno soldi delle precedenti manovre per il rinnovo del nostro contratto e per il riordino interno delle carriere, per non parlare degli equipaggiamenti e della vestizione del personale. Non ultima la questione delle assunzioni con il previsto scorrimento della graduatoria del vecchio concorso per 1.148 allievi agenti che rischia di lasciare a casa migliaia di ragazzi. Questi sono i fatti, il resto è solo propaganda”.