VERONA – Luca Morisi, filosofo del web, è il guru dell’ascesa mediatica di Matteo Salvini, leader della Lega Nord. Morisi, scrive Marco Bonet sul Corriere del Veneto, sta curando la presenza di Salvini sul web e soprattutto su Facebook, perché “il popolo è lì”.
Bonet ha intervistato Morisi, professore a contratto di Informatica filosofica all’università di Verona, che spiega di aver sempre seguito il leader della Lega:
“«Lo seguivo dai tempi della “fatwa” di Bossi contro Maroni ma è stato in quel momento che ho capito che al di là della fascinazione politica Matteo rappresenta un “modello” straordinario anche sul piano accademico e professionale. Io studio i media e la rivoluzione digitale e in questo momento chi è “fenomeno mediatico” più di Salvini?»”.
Insomma la reputazione social, scrive Bonet, sarebbe curata soprattutto da Morisi e da uno staff organizzato:
“«Macché “anche” – puntualizzano da via Bellerio – il merito è “soprattutto” di Luca, “solo” di Luca». E della decina di collaboratori sparsi in giro per l’Italia («La compresenza fisica non è più necessaria – racconta – il virtuale permette di superare i limiti imposti dallo spazio e dal tempo ») che attraverso i cinque schermi che lo circondano lo aiutano a costruire giorno dopo giorno il mito 2.0 del «capitano » Matteo Salvini (il nomignolo lo ha inventato lui, raccogliendo anche emotivamente l’eredità del «capo» Umberto Bossi).
«Con il resto della squadra ci vediamo di persona sì e no cinque volte l’anno». Morisi, 41 anni, è la mente di tutta la campagna mediatica del leader della Lega Nord (conosciuto, ovviamente, su Facebook), sia quella online che quella live (tour in camper e manifesti delle Europee e delle Regionali in Emilia sono opera sua)”.
Il clima nei confronti di Morisi in via Bellerio è diviso tra chi lo definisce “mr Facebook” e “un mago”, a chi lo apostrofa come il “Casaleggio di Salvini”:
“«I post su Facebook li scrive tutti Matteo, non c’è alcun ghostwriter – spiega – poi però ci sono delle app che ci permettono di rilanciare il suo pensiero per gemmazione in Rete e sui social, ad esempio su Twitter, facendo da megafono ». Una di queste si chiama «Segui Matteo Salvini» e permette ai fan di ritwittare in automatico i cinguettii del segretario.
Un’altra è «Social beast» e quando Salvini va in tivù è in grado di creare un vortice paragonabile a quello di X-Factor. Il che spiega come mai il leghista sia per i talk show un’assicurazione sull’audience”.
Morisi manda a Bonet anche le tabelle dell’audience di Salvini di novembre:
“nell’arco del «mese Fb di novembre», calcolato su 28 giorni, Salvini, che vanta 496 mila «mi piace» (più 849% in un anno), conquista quasi 17 milioni di utenti unici (più 330%), 3,7 milioni tra commenti e condivisioni (più 739%, 3 volte Grillo, 30 volte Berlusconi, 130 volte Renzi), 309 milioni di visualizzazioni.
«L’85% degli utenti che accedono a Facebook ha visto nell’ultimo mese un post di Salvini. E’ al top sui like mentre Grillo precipita e Renzi semplicemente non c’è». Perché? «Il premier privilegia Twitter, che però è elitario, Grillo il suo blog, più utile all’approfondimento. Noi ci concentriamo su Facebook, per un motivo molto semplice: in Italia, il popolo, sta lì. E noi andiamo a prendercelo»”.