ROMA – Si avvicina Sanremo e Matteo Salvini tara i suoi social e i suoi discorsi sulle nuove parole chiave.
E così l’ex ministro dell’Interno, commentando la sconfitta di Lucia Borgonzoni, forse in un momento di confusione tematica, si ritrova a parlare anche di Sanremo e dintorni:
“Lucia – dice Salvini – come donna ha subito attacchi squalificanti, questo è un Paese che porta sul palco di Sanremo gente che nelle canzoni tratta le donne come abbiamo letto. Noi in ogni caso confermeremo il programma che abbiamo presentato, comunque vada”.
Chiuso il capitolo Emilia Romagna, Bibbiano e citofoni vari, ora l’ex ministro dell’Interno si prepara quindi a cavalcare l’onda del Festival di Sanremo e delle polemiche su Junior Cally.
Una polemica, quella su Junior Cally, vecchia quanto noiosa. Come se si potesse definire violento un regista autore di film horror. Come se si potesse definire violento Stanley Kubrick solo per aver girato Shining. Come se si potesse definire cannibale un regista di un film sugli zombie.
D’altronde Salvini era partito alla carica già nello studio di Non è l’Arena quando disse:
“Mi vergogno di quel cantante che paragona donne come tro**, violentate, sequestrate, stuprate e usate come oggetti. Lo fai a casa tua, non in diretta sulla Rai e a nome della musica italiana”.
Chissà, poi, cosa intendeva Salvini con quel “lo fai a casa tua”.