Michela Vittoria Brambilla e il giornale online da 4,5 milioni

Michela Vittoria Brambilla (LaPresse)

ROMA – Poco prima che le dimissioni del governo le facessero perdere il posto da ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla era alle prese con la creazione di un’iniziativa editoriale, un giornale online dedicato proprio al turismo.

E i conti in tasca a questo giornale, per cui sono già state fatte alcune gare d’appalto, li fa, in modo caustico Il Fatto Quotidiano. Scrive Daniele Martini: “Un gingillo pesante e caro, altri 4 milioni e mezzo di euro, con una redazione bella folta di 20 giornalisti: un direttore, 5 redattori a tempo pieno, 10 redattori specializzati nel web e 4 redattori in lingua (inglese, francese, tedesco e spagnolo)”.

L’ex ministro, in ogni caso, non ha fatto in tempo a completare il progetto: “Al momento e per fortuna i quattrini per lanciare l’iniziativa sono stati spesi solo in parte e in altra parte semplicemente impegnati, ma c’è il rischio che alla fine debbano essere tirati fuori tutti quanti, nonostante la Brambilla abbia dovuto traslocare dal suo ufficio ministeriale di via della Ferratella in Laterano a Roma”.

Il progetto, a questo punto, è fermo ma, spiega il Fatto, le tre società che hanno vinto la gara,  3 imprese: Monrif Net Srl-Zeppelin group Srl-Paesionline Srl, hanno tutto l’interesse (legittimo) a completare l’iter.  E il solo che può decidere di fermare il tutto, scrive Martini,  è il “nuovo ministro, Piero Gnudi” che “potrebbe far ritornare nel cassetto il costoso progetto, magari dando l’indicazione di smontare il giocattolo al direttore generale delle Politiche turistiche del ministero, Roberto Rocca. Facendo così capire anche con questa decisione di voler far calare il sipario sulla precedente gestione della politica turistica”.

“Dei circa 4 milioni e mezzo di euro in ballo per il giornale on line della Brambilla – scrive ancora il Fatto – al momento è stato speso più di 1 milione e mezzo. Quattrini serviti soprattutto per pagare gli stipendi a 5 “Project manager” voluti dall’ex ministro, suoi conoscenti o stretti collaboratori politici, ingaggiati con un contratto della durata di 3 anni. I 5 “manager” dovrebbero occuparsi di tecnologie e innovazione, di comunicazione digitale e social network, della promozione e del coordinamento delle redazioni locali e del media designer”.

Il tutto per un giornale che ancora non c’è. E che forse non vedrà mai la luce.

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