Michele Carrugi contro la malafede di Cottarelli: Governo calpesta Costituzione

Michele Carrugi contro la malafede di Cottarelli: Governo calpesta Costituzione
Carlo Cottarelli, in malafede lui e il Goerno

Michele Carugi, “il pensionato balzato agli onori della cronaca per un intervento in televisione che ha causato un botta e risposta con Matteo Renzi, il ragazzotto fiorentino che crede ed afferma di salvare l’Italia”, ha indirizzato a Carlo Cottarelli questa lettera aperta:

“Egregio Cottarelli, vorrei premettere da subito che non dubito della sua intelligenza né della sua conoscenza delle materie che tratta; ciò, ancorché potrebbe sembrare un elogio, porta invece a concludere che lei è certamente in grado di valutare pienamente la equità o iniquità delle sue proposte quando le formula.

Le è stato assegnato il compito (penso ben remunerato) di formulare preposte circa il taglio delle spese dello Stato e lei ha pensato bene di includere tra le misure che raccomanda, peraltro in conflitto con quanto affermato dal Presidente del Consiglio Renzi appena pochi giorni fa, un contributo di solidarietà che lei suggerisce temporaneo, da prelevare dagli assegni pensionistici di entità più elevata.

Poiché come ho già detto, penso che lei non sia stupido né disinformato, sono certo che non le è sfuggito come tra gli assegni pensionistici elevati si collocano situazioni le più disparate, spaziando da trattamenti esuberanti rispetto ai contributi versati nella vita lavorativa, a trattamenti che già prima degli interventi costituzionalmente discutibili di de-indicizzazione e dei prelievi di solidarietà erano variamente sotto-calcolati rispetto al dovuto in base ai contributi.

In particolare, in ragione dei sistemi di calcolo retributivo che penalizzavano le pensioni più elevate, i pensionati ex lavoratori dipendenti del settore privato o dei fondi privati non INPS, hanno assegni inferiori a quanto avrebbero dovuto essere con il calcolo contributivo anche e soprattutto perché non hanno goduto di “accorgimenti” particolari tenenti a elargire privilegi sotto forma di contributi figurativi o incrementi retributivi significativi negli ultimi anni di lavoro, cosa che è successa per altri comparti di lavoratori e dirigenti, segnatamente dei settori pubblici.

A questi lavoratori, ex dirigenti di azienda, giornalisti, iscritti ai fondi di categoria etc., già penalizzati in partenza col calcolo dell’assegno, è stata imposta la deindicizzazione per circa tre anni, poi è stato i posto un prelievo di solidarietà e ora si profila un nuovo intervento. Siccome, nuovamente, credo che lei sia in grado perfettamente di intendere e di volere, avrà certamente compreso che queste categorie si troveranno in breve tempo con una penalizzazione ancora più significativa, in particolare quando le misure di incentivo ai consumi, finanziate anche e soprattutto con i prelievi sulle pensioni faranno come è logico ripartire l’inflazione; avrà anche realizzato come per queste categorie trovarsi con un assegno sottostimato del 15-20% rispetto a quanto dovrebbe significherà sentirsi beffati, vessati, perfino irrisi e disprezzati, particolarmente mentre continuano a essere erogate pensioni sì di importi inferiori ma largamente sovrastimate.

Non le sarà poi ignoto che i pensionati, già per natura della loro posizione impossibilitati a esercitare qualsiasi forma di potere contrattuale, verranno discriminati rispetto a percettori di redditi di eguale entità ma non di natura pensionistica, tanto è che il legislatore si pone recentemente il problema di come aggirare le sentenze della Corte Costituzionale e quindi, per induzione, la Costituzione della Repubblica; anche su questo punto, singolarmente, lei è in conflitto col Presidente del Consiglio che ha richiamato alla sentenza della Corte Costituzionale.

Credo sia consapevole, dall’alto della sua intelligenza, che il trattare categorie intere in modo discriminatorio e anti-costituzionale allo scopo di sottrarre loro quanto hanno accantonato in anni di lavoro solitamente di responsabilità elevate e di vita professionale non propriamente rilassante è cinico, iniquo e di fatto perpetra un furto, che viene e verrà legalizzato ma furto resta nella sostanza.

Viene in mente la sublime circonlocuzione che Dante ha espresso per spiegare come la lussuriosa Semiramide avesse legalizzato la sua condotta indecente:

“A vizio di lussuria fu sì rotta, che lìbito fé lìcito in sua legge, per torre il biasmo in cui era condotta”;

emanò una legge che giustificasse la sua indecenza. Eppure le strade eque per generare le risorse che lei va cercando ci sono, chiare e adamantine e non ho dubbi che lei le conosca bene: aumentare le aliquote più alte e spalmare il sacrificio su tutti i contribuenti, pensionati e non e/o stabilire i prelievi e le de-indicizzazioni sulle pensioni solo a valle di una analisi contributiva.

Lei sa bene che entrambe le vie sono civicamente e costituzionalmente ineccepibili anche se entrambe comportano qualche difficoltà: elevando le aliquote più alte, infatti sarebbe difficile per il Governo al quale lei presta le sue illuminate consulenze sbandierare al mondo di avere finalmente ridotto la pressione fiscale; meglio aumentare la pressione sui soli pensionati e non chiamarla fiscale, bensì solidale; fare calcoli contributivi e di congruenza delle pensioni comporta lavoro di dettaglio, che probabilmente annoia chi è abituato a dissertare di massimi sistemi e potrebbe rivelare pubblicamente magagne gestionali indicibili nell’ente pensionistico ove dovesse dichiararsi incapace di fornire i dati.

Capirà però bene, essendo di pensiero brillante, che nessuna delle due motivazioni può giustificare la scelta dell’esproprio così accanito come alternativa; piuttosto meglio niente. Concludo per esternarle, come peraltro lei certamente è in grado di capire da solo, che sentirsi trattato in questo modo induce nello scrivente e ritengo anche in tutti gli altri pensionati nelle medesime condizioni, la perdita totale di qualsiasi senso di lealtà verso questo Stato; non si sente più alcun dovere verso chi ti espropria arbitrariamente ciò che hai accantonato nella vita quando non puoi opporti né rimediare altrimenti; il senso civico, il rispetto, l’appartenenza a una comunità, lo spirito di sacrificio vengono spenti quando chi amministra e legifera lo fa nel pieno disprezzo di alcuni, essendo totalmente consapevole di calpestarli in modo selettivo.

Da pensionati che hanno commesso l’errore di lavorare da dipendenti e di versare allo Stato per anni e anni tasse e contributi, anziché evadere gli uni e gli altri per accantonarsi una ricchezza nascosta e percepire magari pensioni indisturbate, non abbiamo alternative al subire e al coltivare il rancore; ai nostri figli, se avranno meriti e capacità, suggeriremo di emigrare per non rischiare di trovarsi a loro volta tra decenni in balia di uno Stato che fregandosene di meriti, contratti ed equità li penalizzi con scientifica precisione.

Le sue proposte, oltre a creare un problema immediato di sostanziale ingiustizia, pongono le basi in prospettiva per la fuga dei migliori, disillusi da uno Stato incapace e dal volto cattivo e anche questo penso lei lo capisca molto bene”.

 

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